tutti uguali. a loro

Possono chiamarle «classi ponte» oppure «classi di inserimento»; credere che l’apparente cautela delle parole possa cambiare la realtà del rifiuto che esse sottendono; perfino fingere di credere che lo stanno facendo per il bene di coloro che vogliono tenere il più possibile lontano dai diritti di chiunque altro, ammesso che della parola «diritto» possano concepire un’idea che non abbia qualcosa a che vedere col denaro.

Possono dire quel che vogliono, ma in queste classi in cui accumulare bambini e ragazzi stranieri c’è un’idea che dice che per questi ministri – questi uomini e queste donne che sembrano vissuti in pentola a pressione fino all’altro ieri – nelle nostre classi «normali» c’è un tempo «normale» da dedicare alle cose «normali» di modo che a fine anno si siano svolti i programmi «normali» senza disturbi e senza rallentamenti.
Come se nient’altro fosse almeno altrettanto importante.

A parte che mi domando quanto manca al ripristino delle scuole speciali e delle classi differenziali per gli handicappati (per il loro bene, naturalmente, mica per levarli dai piedi della scuola, e soprattutto re-istituite dopo una discussione di sei minuti e mezzo, perché tutto quel che serviva a poter decidere in assenza di contestazioni significative è già stato fatto ben prima, e al di fuori dei luoghi della politica), quello che vorrei sapere da questi uomini e da queste donne è se per loro la relazione con l’altro diverso da sé abbia un senso.

Vogliono incontrare solo persone il più possibile simili a loro, «uguali», irreggimentate con le stesse regole d’ingaggio, con le stesse aspirazioni (soldi, casa, vacanze, tv al plasma…).
Non riescono nemmeno a pensare che ha senso scoprire nelle persone ciò che le persone sono, perché nelle persone vogliono solo vedere riflessi se stessi.
E sono autoritari, risoluti: tu non c’entri, via. Un decreto veloce, discusso in quattro minuti o cinque.
A loro piace un mondo di bossini di berlusconini di gelminini di carfagnini di prestigiacomini di brunettini di tremontini.
E questa la cosa che mi fa più impressione.