procurarsi, guadagnare, o «scendere» in politica?

Le parole hanno un senso.
Usarne una invece che un’altra significa qualcosa, indica l’itinerario di un percorso mentale, la direzione verso la quale si muove l’epilogo di una riflessione.

Ecco perché fa impressione leggere questa frase sul Corriere.it, nel pezzo in cui vengono anche riferite le parole pronunciate ieri da Berlusconi all’assemblea della Confesercenti.
«Dicono che faccio leggi nel mio interesse. Ma io in politica sono sceso per difendere gli interessi degli italiani. Il mio interesse semmai sarebbe quello di lasciare il Paese e godermi i soldi meritatamente guadagnati».

A parte il ricorso ripetuto al verbo «scendere» seguito dal complemento di moto a luogo «in politica» (uso che testimonia della scarsa considerazione in cui venga tenuta la politica, e della maggiore importanza che si annette al luogo di partenza, evidentemente giudicato sopraelevato, dell’individuo in questione), volevo dire che io ho visto il filmato dell’intervento di Berlusconi alla Confesercenti.
Lui non ha assolutamente detto che i soldi li ha «meritatamente guadagnati».


Lui ha detto che i soldi se li è meritatamente «procurati».

Procurarsi i soldi, ancorché «meritatamente», è sostanzialmente diverso dal guadagnarli.
Per il De Mauro, il verbo «procurarsi» significa «riuscire a ottenere, a trovare per sé».
«Guadagnare», invece, significa «ottenere come utile, come profitto o ricevere come compenso», o anche «ottenere come riconoscimento delle proprie qualità, meritare».

Due domande, allora.
Perché Berlusconi ha usato il verbo «procurarsi»?
E perché il Corriere gliel’ha corretto?