uno spot, la trave e la pagliuzza

Leggo che Alessandra Mussolini, presidente della commissione parlamentare per l’infanzia, e le deputate Gabriella Carlucci e Manuela Di Centa ce l’hanno con lo spot televisivo della Tim in cui una ragazza, in una specie di raduno hippie, dopo aver fatto il test di gravidanza manda a molti uomini lo stesso sms: «Avremo un bambino».

Per la Mussolini e le altre due colleghe politiche – elette nelle file berlusconiane – nel filmatino «il nascituro viene ridotto al prodotto del gioco di una notte», e dalla pubblicità emerge «un’immagine fuorviante, mortificante e superficiale della maternità».

Va bene.
Ma secondo loro – a parte il fatto che questa ragazza dice «avremo un bambino», e dunque non ha nessuna intenzione di abortire, e almeno di questo loro tre dovrebbero essere contente – l’utilizzo esteriore e negoziale che le donne pubbliche (quelle esposte agli occhi di tutti, intendo) fanno del loro corpo e della loro appetibilità, la riduzione a merce intercambiabile di ogni aspetto relazionale della sessualità, la ri-creazione di un universo nel quale la perfezione fisica è l’unica chiave che apre le porte del privilegio anche economico (magari attraverso la monetizzazione effettiva o virtuale di sé), la sostituzione della realtà effettiva di ciascuno di noi con una realtà fittizia di «sono fi** anch’io, posso anch’io, sono potente anch’io» che cos’è, se non la mortificazione non dico della maternità, ma dell’intero essere umano di genere femminile?

Ma è possibile che queste tre donne non si rendano conto che il mondo del quale loro stesse sono espressione è quello che ha creato tutto questo, mettendone l’artefice in condizione di trarne i massimi vantaggi?
Che se non ci fosse stato un berlusconismo capace di trar plusvalore pretesamente politico dalla notorietà precedentemente ottenuta da uomini e donne (ma perlopiù donne) per altri meriti non necessariamente sessuali ma magari sportivi o televisivi, nemmeno loro avrebbero mai avuto una frequentazione con l’universo della cosa pubblica?

Ma chi è, secondo loro, che ha cavalcato le onde delle veline, delle lucignole, degli Amici, dei reality, dei quiz, dei giochi delle coppie, delle vallette scosciate di okay il prezzo è giusto, di stranamore, di fratelli grandi, piccoli e minuscoli?
Chi, se non l’uomo al quale ciascuna di loro deve il suo ruolo politico? (Anche la Mussolini, sì: perché se non ci fosse stato Berlusconi, An non sarebbe mai diventata partito di governo, e a tanta maggior ragione l’estrema destra della quale ora lei è punto di riferimento non sarebbe entrata in Parlamento).

E adesso che il giocattolo ha funzionato per loro, vorrebbero che qualcuno fermasse il (loro) mondo perché ne vogliono scendere…