e tu ce l’hai l’autorizzazione a respirare?

Leggo che da qualche parte – in forza di una di quelle ordinanze creative che, sprezzanti come sono dell’unitarietà e della certezza del diritto penale, stanno in questo Paese distruggendo anche il senso stesso della legge – è stato multato un suonatore che si esibiva per strada senza «regolare autorizzazione».

A parte che non avevo idea che esistesse una «regolare autorizzazione» a fare i suonatori per strada (ma per carità: l’ignoranza è colpa mia), mi domando quanti e quanti ragazzi hanno girato il continente con l’Inter-rail fermandosi a suonare una chitarra, o qualunque altro strumento, agli angoli di una strada in una qualunque capitale europea.
Era l’unico modo per viaggiare, d’altra parte, senza chiedere denaro ai genitori, che magari nemmeno ne avevano.

Che mondo assurdo.
Questa storia fa il paio con un’altra notizia, di ieri.
A Bolzano, gli ultrasessantenni possono viaggiare sui mezzi pubblici a prezzi bassissimi, praticamente simbolici.
Ebbene: gli autisti degli autobus e i cittadini più giovani se ne sono lamentati.
Dicono che quegli sconti sono ingiusti, perché gli anziani sono troppi; e, facendo fatica a salire sui predellini del bus, ne rallentano le corse.

Decisamente: ci vuole Bertolaso, sì.
Ci vuole una discarica per buttarci dentro tutti quelli che la vita ha sconfitto, ha affaticato, ha reso stanchi, lenti, incuranti del successo, sdentati, tristi, spaventati, poveri, soli, affranti, disperati, ammalati.
Una discarica vicina a un inceneritore.