lo stipendio più basso fa bene a tutti

Il direttore generale della Confindustria Maurizio Beretta (ve lo ricordate quand’era al Tg1?) non si accontenta di dire che i salari devono essere legati alla produttività e ai risultati, e che questo è il vero sistema di «moderne relazioni industriali» (io continuo a preferire l’aggettivo «contemporaneo»: moderno è reazione, controriforma, salto all’indietro travestito da balzo in avanti, o – peggio – ageduamento asseritamente tecnico alle esigenze neutre dei tempi che corrono) «che può dare un contributo alla strategia di crescita».
Non si accontenta, insomma, di affermare che il vero rischio d’impresa se lo devono accollare i lavoratori.
No.
Lui pretende anche che gli si dia ragione, perché lui, in fondo, pover’anima, dice cose tanto di buon senso, tanto ovvie.
Sentite qua.

«La situazione economica deve «far riflettere tutti quanti sull’esigenza di costruire un sistema che riesca a far crescere i salari legandoli alla produttività ed ai risultati, evitando di alimentare l’inflazione che è un nemico di tutti. Ma è soprattutto una piaga per i ceti più deboli».
Uno: se riflettiamo invece di ripetere compulsivamente le nostre cazz***, ci dice Beretta, non potremo che dare ragione a lui.

Due: I salari cresceranno, dice, se legati alla produttività e ai risultati.
Cerca di farci venire una botta di ottimismo, un po’ di sorriso nel grigio della triste congiuntura, lui.
Dice: vedete? Se fate i bravi, se vi impegnate come me, come noi, allora cresceranno anche i salari. Nessuno vi vuole togliere niente…
Già: ma di quali risultati sta parlando? Di quelli dell’azienda!
Se l’azienda va bene, il denaro è dell’imprenditore (che lo reinveste per il mio bene, certo! Ecco cosa gli dà il diritto di tenerselo!), e se l’azienda va male – invece – i cocci sono miei.
Così come, d’altra parte, è mio il rischio d’impresa.

Tre: se la smetteste di essere stolti ed egoisti e di pretendere stipendi più alti pensando solo a voi stessi, capireste che se noi vi diamo più soldi in realtà vi facciamo del male.
Perché dare più soldi fa crescere l’inflazione, cavoletti: ci deve proprio spiegare tutto, eh?, questo Beretta…
E a chi fa veramente male l’inflazione?, ci domanda il Nostro.
Semplice: fa male ai poveri.
No. Cioè. Se facesse male ai poveri, coi chiari di luna che ci sono sarebbe quasi meritorio.
Zucconi che non siamo altro: «L’inflazione è soprattutto una piaga per i ceti più deboli».
Sicché ci danno stipendi più bassi per il bene dei ceti più bassi.
Cioè per quello a cui ci costringeranno tutti ad appartenere.
Così quando saremo diventati ceti ancora più deboli ci potranno abbassare gli stipendi un altro po’.
Sempre per il nostro bene, ovvio.

Estote parati.
Adesso si fanno i preparativi con sorriso, persuasione e vaselina.
Poi arriva la trave.
Che fa molto più male della pagliuzza, penso.