una digestione con il trucco

Oggi Repubblica parla dell’intenzione della ministressa Gelmini di ridurre le ore di scuola.

Qui a casa mi dicono: «Certo che questa gente ne tira fuori una alla volta, eh? Non potrebbero prendersi del tempo per riflettere fino in fondo e dire tutte le cose insieme alla fine in una sola volta?».

Beata ingenuità.
Io penso che tutto sia scritto, dal grembiule ai licenziamenti degli insegnanti alle ore di scuola in meno (così i ricchi fanno una bella fuga verso le private), a qualunque altra scelta, già assunta ma presentata come se fosse qualcosa su cui si può perfino dibattere.
Solo che gli strateghi della comunicazione del governo sanno che è molto più utile ai loro scopi tirare fuori una cosa alla volta.

La scena potrebbe essere questa.

di cosa si parla te lo dico io

Per una settimanina o due costringiamo questi stolti dei giornali – e conseguentemente i tg e le persone che cazzeggiano al bar (luoghi di dibattito ormai del tutto equivalenti, tra l’altro) – a discutere di grembiuli e voto in condotta e di insegnanti terroni incapaci.

come le battaglie tra cani

Lasciamo scannare la gente al di fuori dei circuiti istituzionalmente deputati (ché tanto noi c’abbiamo una maggioranza tale che possiamo fare tutto quello che vogliamo, anche legalizzare il furto con o senza destrezza), e poi – quando loro ancora si staranno domandando se il dibattito sta andando avanti e chi sta vincendo – noi stronchiamo ogni discussione buttando fuori un altro argomento con cui oscurare di bitume qualunque cosa si sia detta fin qui.

manovre diversive

Tirando fuori la faccenda delle ore di scuola da ridurre, per esempio.
In questo modo diamo altri ossi ai cani affamati e – attenzione, perché il vero obiettivo dell’ambaradan è questo – tutto quello di cui li abbiamo lasciati discutere prima, dando loro l’illusione che esista una forma di pubblico dibattito, verrà dato per definitivamente acquisito saltando a pie’ pari la fase del confronto e del recepimento ipotetico di suggerimenti che salgono dalla cosiddetta «base».

et voilà: tutto digerito

È vero o no che ormai la cosiddetta pubblica opinione ha interiorizzato maestro unico, grembiule, insegnanti meridionali impreparati e scuola del sud insufficiente?
O che è già vietato prostituirsi in pubblico anche se il Parlamento deve ancora votare la legge?
O che ci sia il federalismo fiscale anche se mancano i decreti attuativi?
O che i pm hanno troppo potere?
O che le intercettazioni vanno bloccate?
O che i sindaci hanno amplissima facoltà di comandare su tutto?
O che prendere le impronte digitali ai bambini rom sia una cosa che li tutela?

provare per credere

Qualunque «campagna di comunicazione» del governo si esamini – dalle puttane della Carfagna alle puttanate di altri ministri – si troverà che lo schema regge perfettamente.