un direttore da difendere! che bello!

Di tutte le cose che il cdr (il «comitato di redazione», cioè la rappresentanza sindacale interna dei giornalisti di una testata) della Stampa ha scelto di dire in replica all’affondo che Berlusconi – intellettuale raffinato e soave come un imperatore militare della fine dell’impero romano – ha mosso contro i giornali, quella che mi piace di più è questa: il fatto che un gruppo di giornalisti abbia buone ragioni per difendere il suo direttore.

Sapere che ci sono direttori meritevoli della difesa dei loro giornalisti (e viceversa, immagino: ma questo è più – come dire? – scontato) è una cosa che mi riempie di consolazione.
«Berlusconi sbaglia completamente obiettivo», scrive il cdr: «il direttore Giulio Anselmi è la massima garanzia di un giornale in cui contano le notizie, un’autonomia e una professionalità dimostrata nei confronti dei governi di ogni colore».

In ballo ci sarà anche certamente un gioco delle parti, d’accordo: però la frase è così decisa e tranchant da farmi riprendere un pochino di quel colorito che il racconto (vero? Falso? Non so) delle vicende fiorentine – e certe altre cosucce su cui varrà la pena tenere il più faticoso dei silenzi – mi hanno fatto perdere.

D’altra parte: non so chi legge, ma io – in generale, dico – di venduti non ne posso proprio più.
Mi nauseano.