cicchitto, o dell’ardore servile

dare_la_precedenza_al_poterePer quel che vale (e sono consapevole che non vale niente), il mio parere sulle capacità professionali di Santoro è molto positivo. Gli rimprovero, però, di avere legittimato davanti a un intero Paese le opinioni (se così posso chiamarle, ma onestamente non credo che simili deiezioni possano assurgere al rango di «opinioni») di figuri giornalistici orribilmente, colpevolmente e odiosamente incompetenti, saccenti, incapaci, servi, tracotanti e vili.

Non è un rimprovero da niente, lo so, perché significa addebitargli una corresponsabilità nella barbarie giornalistica che ha ucciso la professione e – mi allargo – anche la dialettica democratica.

Ma al di là del mio giudizio di microbo su Santoro, credo che Cicchitto abbia torto. Torto marcio. Che i toni siano inaccettabili proprio come la sostanza delle sue affermazioni deliranti.

Cicchitto tocca vette mai lambite da pur alati pensatori: «il dottor Santoro» – si spinge ad affermare – «è la punta di diamante mediatica» di un «network» che, con Annozero, «ha obiettivi politici chiarissimi», è «collegata a un gruppo politico-giudiziario che ha come terminale giornalistico Travaglio» (un giornalista, Santoro, che ha nel collega Travaglio un «terminale giornalistico»? E perché?) «e come punto di riferimento politico Di Pietro; in mezzo c’è un’operosa componente giudiziaria che ha punti di riferimento in alcune procure. L’obiettivo di questo network è destabilizzare il quadro politico».

Ora.
Se questo è vero, Cicchitto sta forse cercando di dire che se tra i giornalisti c’è invece qualcun altro che – come a me sembra evidente – ha l’obiettivo opposto, cioè «stabilizzare il quadro politico» (non importa con quanta propaganda e con quanta disonestà deontologica), quel qualcuno a lui piace e va bene?

Comunque la si giri, mi sembra che per Cicchitto lo statuto professionale dei giornalisti si esaurisca in un’azione di fiancheggiamento.
E che l’unico fiancheggiamento ammissibile e legittimo sia, per lui, il fiancheggiamento del governo e della sua maggioranza.

Per lui, possiamo stare solo o di qua o di là.
Se stiamo di là, ipotesi, siamo destabilizzatori.
Se stiamo di qua, facciamo quella cosa che a casa mia si chiama servilismo.
E questo ha l’aria di piacergli parecchio.