gli sfollati delle libertà

ecco_dove_siamo

Dev’essere che la misura è colma.
Ma l’unica cosa che mi viene da dire, purtroppo, non è elegante.
È questa: che muoiano.

Non gli sfollati di cui si parla qua, ovvio; ma quelli che pensano di poter disporre dei diritti elementari dei cittadini come della propria tazza del bagno.
Quelli che pensano di avere diritti di proprietà non solo sui luoghi (e sarebbe già abbastanza odioso), ma anche sulle coscienze delle persone.
Che muoiano.
Di morte naturale, certo. Ci mancherebbe altro.
Ma che muoiano.
Presto, se è possibile.
Ché qui non se ne può più.

Ps. I miei complimenti a quei pericolosissimi «fascisti rossi» (così li ha definiti uno che si chiama Gabriele Albertini) che – con delle devastanti e potentissime armi da guerra proibite da tutte le convenzioni internazionali (i mitra a voce e i kalashnikov di stoffa) – hanno impedito di parlare a gente simpatica, democratica, non squadrista, con idee avanzate, moderne, equanimi; a persone «moderate» e soprattutto competenti e serene come la Gelmini (quella dell’esame da avvocato a Reggio Calabria; così, per non dimenticare) e Mario Giordano, caro; la quintessenza dell’eleganza giornalistica, della grazia, dello stile.

Grave, gravissima contestazione.
Ah, che gente maleducata.
Ah, quanto odiano la scuola che invece la Gelmini e Giordano vogliono così tanto riportare alla «serietà», all’«ordine» e alla «disciplina».
Ma una piccola parola di contenuto me la volete dire, animini gentilini e preziosini che state così male se vi contestano?
Avete idea che le contestazioni sono l’anima della democrazia?
O è democratico solo togliere agli sfollati il diritto di volantinare?

Ce l’avete uno straccio di idea vera, diversa dal chiacchiericcio inane della propaganda premasticata? Un’idea dalla quale si possa inferire la fatica di averci pensato almeno per tre o quattro minuti, sia pur con qualche pausa per l’ossigenazione?

Una cosa un po’ meno volgare di «la scuola non è proprietà privata di un gruppo organizzato e rumoroso di sinistra, ma appartiene al Paese» (cioè a me Gelmina che faccio quel che mi pare senza ascoltare nessuno perché non potrei mai ascoltare della gente di sinistra, non sarebbe corretto nei confronti degli elettori)?
Ce l’avete una frase un pochinino in-tel-li-gen-te?
Una riflessione meno che da bar? Un po’ meno qualunquista, vacua, priva di senso? Un po’ meno ideologica?

P.s. I più autolesionisti possono leggere questo sobrio editoriale («Proibito pensare») del Giordano. Una cosa come il bue che dà del cornuto all’asino. Dice – in sostanza – che il suo libro fa paura perché fa pensare, e che questi sono violenti e fascisti. La pagliuzza e la trave.
Lui che parla dal giornale del fratello di Berlusconi e ogni giorno trasforma la realtà, la modella, la modifica, la cambia come più gli aggrada, lui, poverino, è colui a cui è impedito di parlare.
Gli insegnanti, costretti a stare zitti dallo strapotere di chi interpreta il governo come un consiglio di amministrazione e la stampa come una centrale di propaganda squadrista, loro, «fascisti rossi», violenti e intolleranti.
Gli asini volano.
E fanno anche altri mestieri.