la prostata dello statista

berlusconi_statistaMi ero distratta: questa me l’ero persa.
Feltri che dice che Berlusconi è impotente, e quindi non ha senso che paghi ragazze perché tanto non potrebbe mai esserne l’utilizzatore finale e neanche intermedio, se è per quello.

un amico fedele, eh?

Ora. A parte che con un amico fedele come Feltri uno normale penserebbe al suicidio (anche solamente per il fatto che non è chiaro se difendere il capo dicendo che è impotente sia un siluro o un aiuto), qualche obiezione ce l’ho anch’io.

un problema di testa?

Ammettiamo per assurdo che quello di Berlusconi sia un problema di testa. Che sia ossessionato dal sesso.
Solo per amor di accademia, eh. Perché pensarlo mi fa un po’ impressione.

e i vecchi bavosi? cancellati dall’immaginario sociale?

Che differenza fa se possa oppure no esercitare nella pienezza delle sue funzioni?
Può benissimo accontentarsi – è evidente che è solo un’ipotesi di scuola, che mi serve semplicemente a dire che chi difende probabilmente sta accusando – di quello di cui si sono sempre accontentati tutti i vecchi ossessionati del mondo (e non sto dicendo che lo sia, anche se le parole che su di lui si leggono, e anche alcune di quelle che lui dice, lasciano qualche perplessità).

le iniezioni (di fiducia)

Come tutti i vecchi ossessionati del mondo, potrebbe accontentarsi di guardare e di fare quel poco che la situazione consente.
Adesso non ricordo se fu il suo medico catanese Scapagnini – quello che lo definì tecnicamente immortale – o qualcun altro a parlare delle iniezioni alle quali molto giovevolmente si può far ricorso in situazioni come quelle evocate da Feltri (che dice testuale: «Silvio nel 1996 fu operato di cancro alla prostata all’Ospedale San Raffaele di Milano»).

due pesi e due misure

Chiunque l’abbia fatto, perché parlare delle iniezioni è fantastico solo quando si tratta di alimentare il mito di questo vecchio sessualmente attivo, vincente sulla scena pubblica, privata e privatissima?
Perché il quadretto assai poco elegante di una sua iperattività virile regge fino a quando fa gioco a lui e ai suoi scherani, e deve invece essere contestato con argomenti come l’impotenza o la ricchezza quando a lui smette di andar bene perché il gioco non lo comanda più in prima persona?

i «grandi quantitativi»

La ricchezza.
Qui c’è un’altra delle cose assurde della vicenda.
Dice il suo avvocato Niccolò Ghedini – che ultimamente dimentica un po’ troppo spesso il pericolo di apparire più realista del re, più allineato di una retta parallela, più amorevole di una nonna berluscona – che Berlusconi non ha nessun bisogno di pagare le donne perché stiano con lui, perché con tutti i soldi che ha e con tutto il potere che ha lui può avere donne gratis e in «grandi quantitativi».

il mago del successo

Non metto in dubbio il fatto che molte ragazze e molte donne siano disponibili a cedere gratis temporaneamente una porzione della propria persona a un vecchio molto potente che ha giocato tutta la partita della sua vita sull’identità di chi è – appunto – così ricco e potente da poterti rivoluzionare la vita in un solo istante, e con un semplice schiocco di dita.
Possono volerlo fare eccome, Ghedini ha ragione; soprattutto perché il pagamento – secondo il tipo di letteratura agiografica che circonda il Cavaliere – può benissimo arrivare, in termini di contropartita personale, economica, televisiva, cinematografica o edilizia, in momenti successivi.

una gran differenza

Ma quel che Ghedini, come tutti i difensori retribuiti, pagati per dimenticare interi pezzi di realtà e costruirne intenzionalmente altri ex novo, finge di non sapere – e peraltro si sposa perfettamente con le parole di Feltri – è che fra l’avere una donna che intenzionalmente sceglie di accompagnarsi a te e pagare una donna perché a te si accompagni c’è un’enorme e sostanziale differenza.

una relazione o un sultano

Nel primo caso, la relazione è tendenzialmente paritaria; è, in sostanza, una relazione, per quanto puntiforme e temporanea.
Nel secondo caso, si tratta dell’esibizione muscolare di un potere immenso. Io ti pago, donna. Tu fai quel che dico io. Il potere è mio. Tu sei la mia schiava, e io ti ricompenserò in forza del mio potere. Io sono il sovrano, il sultano, l’imperatore, il re. Tu sei la cortigiana, la puttana del re. Ti schiaccio quando voglio, ti attivo a manovella, ti faccio fare quel che mi serve, ti faccio tacere facendoti annusare il privilegio…

una questione di potere

Non so se questo quadro sia compatibile con ciò che della psicologia berlusconiana appare a coloro che ne osservano solo le azioni visibili, e non ne possono – come me e moltissimi altri – scrutare le profondità dell’animo (cosa che effettivamente non m’interessa molto).
Però l’essenza del potere è questa, no? L’uso delle persone a fini di autogratificazione, a fini di autopromozione.

minime geishe

Certo: è stupefacente che le donne possano prestarsi a tutto questo.
Ma d’altra parte è così.
Mi raccontava un amico che un suo amico gli parlava di una ventenne che – forte di un apprendimento evidentemente efficacissimo – nel sesso si trasformava in una voracissima geisha dalle prestazioni mirabolanti e schiettamente servili.

ragazze indottrinate

Se a vent’anni l’approccio è questo – mi dico – io sono sicura che non è il frutto di una scelta che abbia a che vedere con il desiderio di vivere in quel momento quel tipo di femminilità e non un altro.
Io penso che sia il risultato di una sorta di efficientissimo indottrinamento al quale le ragazze sono assoggettate massivamente da troppo tempo.

il corpo l’autostrada, il sesso il pedaggio

Devi essere così, ragazza.
Il tuo corpo è l’autostrada del tuo successo (quale successo, è altra questione), e la tua spregiudicatezza sessuale il pedaggio autostradale.

cose brutte

E adesso.
Vero che è brutto, ma proprio brutto, parlare di queste cose quando si tratta di un vecchio che fa il presidente del Consiglio?

politicamente inattaccabile???

Dice Feltri: «Da aprile il Cavaliere vive sotto un bombardamento le cui finalità sono trasparenti: rovinargli la reputazione di uomo visto che quella politica è inattaccabile».

e queste non son cose da sultano?

Domanda: ma davvero fra l’aver reso questo Paese un luogo in cui i diritti si acquistano con i soldi, l’aver ucciso – con la complicità di altri, è vero – il mondo del lavoro, l’aver azzerato la solidarietà sociale, l’aver assecondato il razzismo, l’antimeridionalismo, l’anti-donnismo (dire anti-femminismo sarebbe dir troppo), l’aver criminalizzato poveri e stranieri, e l’avere questo comportamento da vecchio imperator-sultano non c’è nessun legame?

l’ideologia

Che la smetta, questa gente, di dire che questa è vita privata e l’altra è politica.
Sarebbe vero se su quell’idea di sesso, di potere, di femminilità, di conquista, di vittoria, di darwinismo, di mortificazione dei diritti non fosse stata edificata un’intera ideologia che ha inquinato ogni discorso pubblico con la forza di un virus incontrollabile.

la politica

Sarà un’ideologia vuota di politica, questo è vero, almeno tanto quanto piena di suggestione mercantile e commerciale.
Ma chi ha detto che sulle ideologie vuote non si reggano i destini politici di persone e Paesi?
Berlusconi ha fatto questo, no?
Per questo le sue ipotetiche puttane e la sua ipotetica ossessione bavosa per un sesso da vecchio guardone sono una questione profondamente politica.
Non perché il privato è politico; e nemmeno perché io o chi la pensa come me sia un moralista da due soldi.
No.
Questa merda è politica perché l’ha voluto lui.

merda ideologica

Quando dice che una ragazza disoccupata può sempre sposare suo figlio sta spostando la politica su un piano di merda ideologica.
E quante volte l’ha fatto? Lui? I suoi sodali? Le sue tv? I suoi giornali?
Troppe, per potersi adesso concedere il lusso di dire «spiacente, invoco la mia privacy».

l’hai voluto tu

No, Silvio: purtroppo riguarda tutto il Paese, e anche me.
L’hai voluto tu.
Io non volevo saper niente né del tuo successo, della tua prostata, della tua vita sessuale, delle tue bandane, dei tuoi nipoti, delle tue questioni ereditarie, della tua salute, della tua virilità.
Io non volevo saper niente.
Tu hai voluto dirmelo per forza.
E adesso sono cazzi tuoi.