le lacrime viste da un bambino

A tavola, dopo aver raccontato delle vicende (belle) di un’amica:
«Mamma, io la riconosco, quella faccia».
«Che faccia ho?».
«Quella di un bambino che vede dei giocattoli bellissimi nella vetrina di un negozio e allora si illumina tutto, ma poi si rende conto che forse non li può comperare e allora gli occhi si riempiono di lacrime».

Nel lettone, nel tentativo di farlo addormentare, in una serata in cui l’elenco delle precauzioni da tenere contro l’influenza H1N1 ha ottenuto la sua attenzione al prezzo di averlo terrorizzato, a dispetto del sorriso con cui gli parlavo.
«Mamma?».
«Sì».
«Quando apro gli occhi vedo il tuo collo. È una cosa bellissima. Mi dà l’idea di un’estrema maternità».
Gli occhi mi diventano un po’ lucidi, ma non dico niente.
«Scusami, se ogni tanto ti dico queste cose».