pastone natalizio

albero_di_nataleMi domando fino a che punto può spingersi il senso di estraneità.
Il mio, intendo.

Quando alla sera torno dal lavoro vedo sempre una coppia di persone non giovanissime che con tutte le sue cose – coperte, sacchetti, cartoni – dorme nella rientranza della vetrina di un negozio di pellicce.

Ogni tanto chiacchierano, sento le loro voci.

Come chiunque quando si mette a letto con il compagno o la compagna.
Solo che nella loro stanza da letto c’è meno 10.

Il vicepreside di un istituto comprensivo al quale – in pubblica riunione – ho chiesto se, venuti meno i finanziamenti per le attività alternative, le ore di religione sono tendenzialmente collocate all’inizio e alla fine delle lezioni, di modo da crear meno disagi agli studenti che non vogliono seguire quelle lezioni, mi ha risposto che se lui facesse una cosa del genere il vescovo andrebbe da lui a sbattere i pugni sul tavolo.
Io ho detto: «Ma sarebbe un problema del vescovo, no?».
E una donna accanto a me: «No, signora. La religione è una questione di scelta personale».
Come se io avessi chiesto un chilo di pere al fruttivendolo e il pescivendolo che passava di là mi avesse dato una bella cernia.

Leggo che «Natale a Beverly Hills» ha avuto il riconoscimento di film d’essai in grazia della legge con cui uno di questi ministri dell’era Berlusconi pensavano di estromettere la cultura di sinistra – per dire – dall’universo del possibile.

Mi dice un’amica che nella Finanziaria c’è un codicillino minuscolo che dice che le Asl non sono più obbligate a sostituire le dipendenti in congedo di maternità; sicché passetto dopo passetto finirà che privatizzando il privatizzabile le donne non saranno più assunte. Nel silenzio della più incredibile ministra delle Pari opportunità che si potesse immaginare, la signorina ex soubrette Mara Carfagna.

Dice Tremonti che l’Italia «tiene», grazie «agli imprenditori» eccetera. Gli imprenditori prima di tutto. Ovvio.

I giornali hanno il coraggio di titolare che Ratzinger «apre» alla comunità ebraica perché, pur non facendo nemmeno il più piccolo passo indietro sull’idea di santificare Pio XII, il Vaticano propaganda come gesto di enorme importanza l’aver specificato che questa santificazione «non limita la discussione storica». Grazie, che gentilezza. E io che pensavo che per discutere di storia non mi servisse l’avallo del papa.

Leggo che secondo i giornali e i grandi pensatori del mio Paese il dialogo è quella cosa in virtù della quale un gruppo di persone accetta in toto le categorie interpretative, le priorità e le ipotesi di soluzione di un altro gruppo limitandosi ad annuire e ogni tanto a dire «basta odio».

La Russa dice che tale è stato lo spavento dei criminali alla vista dei soldati, che i reati sono diminuiti del 40 per cento.

I giornali dichiarano lo stato di crisi e spendono centinaia di migliaia di euro per prepensionare gente.

I marciapiedi sono scivolosi per la neve e noi chiamiamo i militari.

I mendicanti dormono per strada e noi demandiamo ai vigili il compito di prenderli a calci al nostro posto.

Rimuoviamo i prefetti non abbastanza razzisti; chiediamo il rispetto della meritocrazia pensando sempre che noi meritiamo e il nostro vicino sia la merda che ci ha sottratto tutto ciò che spettava a noi; diamo il potere a una marionetta nelle mani di vergognose para-borghesie imprenditoriali nordestine e di poteri di derivazione piduista. Ci lamentiamo dei latrocinii della Dc ma i leghisti che danno i lavori e gli appalti ai loro amici ci piacciono un casino.

Buon Natale…