il riconoscimento dell’altro e la ricerca del baco

Per due motivi – cioè per fatto personale e per la sua capacità di dar testimonianza di quanto sia frequente e capillare la penetrazione del metodo dell’inversione della realtà – invito chi passa per di qui a leggere il thread che s’è sviluppato su Vibrisse a margine del mio post su «giornali, razzismo e stupidità selettiva».

E comunque, lo ripeto anche qui: io a volte penso che ci dev’essere qualcosa nell’aria. Non so: un batterio, un polline. Qualcosa che mette le persone in condizione di non voler capire ciò che leggono; di voler prima di tutto irrigidirsi, trovare la maglia rotta, beccare in (presunta) castagna qualcuno a cui per motivi inconoscibili e certamente estranei al contesto in cui si dibatte han forse deciso che bisogna abbassare la cresta.