kate e l’uso strategico di emozioni e corpi

«Con la caduta del Muro di Berlino del 1989 si chiude un secolo, il XX, ma si apre uno spazio, un “vuoto narrativo”, che copre gli anni fino all’11 settembre del 2001, quando il crollo delle Torri Gemelle segna l’ingresso nel nuovo millennio.
In questa parentesi storica, in questo iato fra i due secoli, appare una nuova generazione, la cosiddetta Generazione X descritta da Douglas Coupland nell’omonimo libro, che è priva di un “romanzo collettivo” intorno al quale strutturare la propria vita sociale».

E ancora:

«Kate è insomma uno “scoubidou” sociale che intreccia, come tanti fili di plastica, i valori dell’epoca: la giovinezza, la magrezza, la velocità, la trasgressione, la capacità di impersonare un ruolo e di captare l’attenzione.
Questo elemento camaleontico è ciò che per (Christian) Salmon (il sociologo di Storytelling, ndr) caratterizza il neo-liberalismo. Se prima era bello quello che durava, ora si ama solo ciò che cambia, ciò che muta.
(…)
Il neo-liberalismo, infatti, ci vuole strateghi di noi stessi: non è tanto o solo il talento a valorizzarci, ma la capacità di fare un uso strategico delle nostre emozioni, dei nostri corpi, dei nostri desideri».

Stenio Solinas, da qui.
Il libro di cui si parla è «Kate Moss Machine», edizioni La Découverte, 134 pagine.