con lui marchionne tace

La cosa incredibile è che non senta il dovere – politico, civile o morale, faccia un po’ lui – di dire niente. Niente.
Nominato ministro la settimana scorsa dopo due udienze alle quali, da imputato, non s’era presentato perché impegnato nell’attività parlamentare, ora invoca il «legittimo impedimento», e niente dice della prodigiosa concomitanza.

Gli operai di Pomigliano scioperano (perdendo la paga di un giorno, questo va pur ricordato) e si sentono dire da Marchionne che hanno deciso di restare a casa solo perché c’è la partita dell’Italia.
Un uomo politico appena nominato ministro evita un’udienza di un processo in cui è imputato (e in prospettiva evita l’intero processo), e nessun Marchionne – intendendo con «Marchionne» qualcuno che abbia il potere di modificargli la vita – dice alcunché.
Quelli che protestano, o anche solo rilevano la circostanza, hanno tutti meno potere di lui.

Significherà qualcosa.