de-regulation (senza vaselina)

Sono veramente felice che finalmente il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi abbia apposto il sigillo della sua aurea credibilità per affermare una verità incontrovertibile.
Questa.
Che «troppe regole e un carico fiscale elevato» sono «un ostacolo per le imprese e quindi per la crescita economica».

Una o due regole ancora si possono accettare.
Poca roba, però.
Tipo, non so, faccio per dire: vietato uccidere i propri dipendenti con pistole o armi diverse dalla mancanza di sicurezza sul lavoro.
Tre son già troppe, come regole.
Tre è un buon numero in termini generali, per motivi di cabala. Ma per le regole no.

Tra l’altro, sono anche molto felice che l’ex sindacalista Marchionne (quello che sembra disegnato da Altan ma purtroppo è uscito non da una matita ma dallo stesso posto da cui siamo usciti tutti noi) pensi che lunedì i lavoratori di Pomigliano d’Arco abbiano scioperato per vedere la partita dell’Italia.
Finalmente uno che ha il coraggio di dire la verità: che gli operai son teste di cazzo imbecilli lavativi di merda che stanno a casa per la partita e anche – diciamoci la verità – anche un po’ per grattarsi le palle in santa pace.
Mica come lui, che per guadagnarsi quel tir di cachemirini bleu sedici fili suda dalla mattina alla sera dalla mattina alla sera giorno dopo giorno dopo giorno.

Mi fa tanto felice anche il fatto che sia stato nominato ministro un tipo che, a nome Brancher, il 26 doveva presentarsi all’udienza di un processo nel quale è imputato di appropriazione indebita in relazione a una somma di denaro incassata dall’ex amministratore delegato della Banca popolare italiana Gianpiero Fiorani e adesso potrà invece invocare il «legittimo impedimento».

Grandissima festosa serenità mi induce anche la notizia che l’ex capo della polizia (ora responsabile dei servizi di informazione e sicurezza), condannato in secondo grado a 16 mesi per avere istigato alla falsa testimonianza l’ex questore di Genova Francesco Colucci nel processo per l’irruzione alla Diaz del G8 nel 2001, deve secondo il governo rimanere al suo posto.
Altro che dimissioni: Gianni De Gennaro deve stare lì e fare quel che ha sempre fatto.
Piena e completa fiducia.
E se poi spinge qualcuno a dire balle, eccheccazzo sarà mai.

Sono pure felice che quest’uomo delizioso che si chiama Pierino Gelmini e fa il prete sia difeso da care persone come Gasparri e Giovanardi, che gli rinnovano i sensi della loro stima in occasione del rinvio a giudizio in virtù del quale è imputato di aver molestato sessualmente 12 giovani quando erano ospiti della sua Comunità Incontro di Amelia.
Ne uscirà, dicono i due statisti.
Ne sono sicura.
Assolutamente.
Non ho neanche un dubbio.