saviano, la delegittimazione e i mediocri risentiti

Da Repubblica.it.
Saviano incontra Bono, che ha chiesto di vederlo:

Piuttosto chiedo a Bono della delegittimazione. Il suo impegno spesso viene deriso e attaccato, la rockstar milionaria che interviene a favore dei poveri, come una sorta di postura.
Anche lui non è immune dalla macchina della delegittimazione, che i poteri usano sempre utilizzando l’esercito del risentimento, legioni di mediocri pronti ad eseguire l’ordine della maldicenza.

Al di là di come la si pensi su Bono e su Saviano.
È così difficile pensare che esiste una cosa che si chiama critica, disaccordo?
Perché chiunque sia critico dev’essere necessariamente un mediocre soldatino dell’esercito del risentimento?
Non è una forzatura della realtà?
Non è delegittimazione, questa?

Scrive Saviano:

Cerco di spiegare perché tutto è così ideologico, perché in Italia spesso sembra esserci una battaglia tra contrade, dove bisogna pensarla in serie, e quasi mai c’è un confronto sui fatti. La cappa delle ideologie anestetizza ogni dialogo come se compromettesse il futuro.

E io mi dico: ma se una persona, per esempio, critica Saviano e – finora dai suoi corifei, e ora anche da Saviano in persona – viene istantaneamente annessa all’immondo coro dei mediocri risentiti, non è che forse fra coloro che «la pensano in serie» e non ammettono confronto sui fatti c’è anche Saviano?

Ripeto: massimo rispetto per lui e la sua storia.
Massimo orrore per le minacce che riceve.
Massimo dispiacere per la sua vita blindata.
Semplicemente, alcune idee ce le ho diverse.

Evidentemente sono una mediocre risentita.