«click-tivism», o la democrazia della paletta

Il «click-tivismo» sta distruggendo l’attivismo di sinistra.

Riducendo l’attivismo politico alle petizioni online, questa schiatta di tecnocrati-commercianti danneggia qualunque movimento politico sul quale metta le mani.

Sono il titolo e il sommario di questo pezzo del Guardian, e a me pare di sognare dalla gioia.
È la mia «democrazia della paletta», questa roba qui!
Per leggerne qualcosa che, porca miseria, la analizza per così dire da sinistra son dovuta andare a vedere un quotidiano britannico.


Ne prendo un altro pezzetto:

L’azione politica si trasforma in una questione di clic su qualche link.
Nel suo alimentare l’illusione che navigare sul web può cambiare il mondo, il «click-tivismo» sta all’attivismo propriamente detto come McDonalds sta a un pasto preparato e cotto con lentezza.
Può avere l’apparenza del cibo, ma le sostanze nutritive vitali sono esaurite da un pezzo.

E infine, l’aspetto più doloroso:

La verità è che a mano a mano che la novità dell’attivismo online perde la sua efficacia, milioni di individui che, precedentemente impegnati nel sociale, han dato fede alle organizzazioni digitali vengono abbandonati alla convinzione dell’impotenza di qualunque forma di attivismo.

Chi legge l’inglese vada a guardarlo.
È un pezzo interessantissimo.

Dai bordi di questa piscina vicina alle caprette, grazie a Giulio per la segnalazione.

L’immagine si riferisce a un appello – l’ennesimo – riportato da Repubblica.it il 7 settembre; in data, dunque, successiva a questo post.
Farne un altro mi pareva troppo.
Ignorare la petizione, impossibile.