transgrĕdĭor, transgressus sum, transgrĕdi

Nel 2006, alla scuola d’inglese a Dublino, nella mia classe c’era gente di molti Paesi. Una delle lezioni riguardava il tema dei giovani.
L’assunto di base del libro di testo era che i ragazzi sono in genere più trasgressivi e progressisti dei genitori.
Noi italiani non eravamo molto d’accordo.
Da noi, dicevamo, è il contrario!
Gli insegnanti irlandesi e i compagni di classe ci guardavano con grave stupore.

Non è un bel segno. Non lo stupore, dico.