della pioggia e di altri fastidi

Per il testo (in portoghese, inglese e italiano), qui.

Piove. La pioggia non mi piace, ma meno ancora mi piace il cielo quand’è lattiginoso e grigiastro in quel suo modo compatto.
È difficile rimanere in piedi, ben eretti, e conservare la solita espressione sorridente a beneficio del mondo.
Giorno dopo giorno, mi sento come una che scava una buca e riempie una buca scava una buca e riempie una buca scava una buca e riempie una buca.
E anche se ho sviluppato una discreta facoltà di impermeabilizzazione dei sensori, non è una bella sensazione. Fa anche un po’ rabbia.
La cosa più fastidiosa, forse, è sentirsi quotidianamente sfidati a perdere la pazienza, a reagire scompostamente, o anche a levarsi di torno con un gesto teatrale o anche in silenzio.

Il lavoro non nobilita affatto l’uomo, né la donna; ma sfortunatamente non lo fa nemmeno la disoccupazione…
I rapporti di potere nelle redazioni andrebbero analizzati spietatamente, perché son quelli che determinano la qualità della nostra informazione; e di quelli che ci lavorano determinano anche la qualità della vita.

In effetti, buon Natale.
Dopotutto, il sole è dentro, oppure non è.