saviano, giulietti, i ragazzi e i ripensamenti…

Io non so se le cose stanno come qui dice Beppe Giulietti (grazie, Anna), esordendo con un

No, non li reggo proprio più quelli che puntano il dito contro gli studenti e i ricercatori chiedendo loro, a ciascuno di loro, prima di aprire bocca e di protestare contro la distruzione della scuola pubblica, di pronunciare sempre e comunque l’atto di dolore contro la violenza e i violenti.

che lascerebbe sperar di meglio per il resto dell’articolo.

Non so se, come dice lui, tutto questo gridare accorr’uomo accorr’uomo serva programmaticamente a distrarre dai cosiddetti scandali dei voti comprati o dei regali alla Cepu.
Sommessamente, riterrei di no, perché questo Paese ha dato ottima prova della sua indifferenza alle donnine, ai voti comprati e anche alle regalie.

Per me dietro questa cortina fumogena non c’è ciò che i giornalisti del Fatto quotidiano credono ci sia da nascondere: perché quel che c’è dietro la cortina fumogena non è affatto da nascondere. Lo sappiamo tutti, e alla gran parte dell’Italia non sembra affatto rilevante.

Giulietti dice che non sopporta più coloro che chiedono la condanna preventiva della violenza, e ha ragione. Io, però, fatico a sopportare coloro che pensano che Berlusconi sia debole per le donne, il voto di scambio, i regali, l’acquisto delle anime.
È debole, semmai, perché la Lega non vede l’ora di scaricarlo, ma questa è un’altra cosa.

È veramente fastidiosa questa gara dei giornali; uno a dire «il vero tallone d’Achille del nano l’ho trovato io!!! Son le donne!!! Le ragazzine che lo rendono ricattabile! È la vanità!», l’altro a spiegare che «la vera debolezza del malefico è che deve nascondere le sue corruttele!!!».

Il fatto è che non deve nascondere niente. Punto e basta.
Qualunque cosa abbia il piacere di esibire, potrà farlo senza timore di conseguenze.
Ha detto che i figli degli impiegati e degli operai non devono avere le stesse opportunità dei figli degli imprenditori, e ha preso voti.
Ha detto che i magistrati sono cancri e ha preso voti.
E sto parlando solo di due cose che ha detto; non dico niente di quel che ha fatto.

Giocate pure a far vedere che siete uomini duri, voi che vedete al di là.
La verità è che Berlusconi è forte e che l’unico che ha in mano il fucile per seccarlo politicamente – magari tragicamente offrendogli l’orticello del Quirinale, chissà – è Bossi.
Il suo Bruto verrà da là, come dice il mio amico Carlo.

Piuttosto, sono assai colpita dal fatto che molti di coloro che appena si nominava Saviano per sottoporne a critica qualche comportamento o qualche affermazione scattavano in piedi a difesa come un sol uomo, dandoti savasandìr dell’invidioso del bastardo e del fascista, stanno vivendo un momento che non oserei nemmeno definire di ripensamento critico, ma di rabbia de panza.

Saviano ha dato loro degli «imbecilli», e tanto basta a giudicarne irricevibili le parole.
Per carità, benissimo.
Ma questi ragazzi che scattano per una parola hanno idea di quante parole ha detto Saviano fino ad ora?
Di quanto interno egli sia alla logica della visibilità mediatica?
Di quanto alto sia assiso sul palcoscenico olimpico dei «personaggi»?

Questo andava bene, a quelli che adesso si lamentano a buon diritto di essere stati definiti «imbecilli».
Tanto, se lui si faceva vedere sul palco portava le loro idee, e dunque tutto bene madama la marchesa.
Ma se andando sul palco Saviano portava le idee che magari non piacevano a qualcun altro e questo qualcun altro lo rilevava, apriti cielo.
Che dire.
Son contenta di questa ulteriore riflessione che i «ragazzi» stan facendo.

Lo dicevo, qui a casa, da un sacco di tempo.
E l’ho detta pure agli amici, questa cosa…
Verrà il giorno in cui Saviano lo scaricheranno tutti.
E quel giorno sarà bruttissimo non solo per lui, ma anche per chi credeva che fosse possibile ragionare sulle cose che diceva.
Invece no.
Si può solo amare o odiare.
Tifare pro o contro.
Pura democrazia della paletta.