i monti (e le vette) del bene

«Premier».
«Squadra».
«Tecnici».
«Un esecutivo capace di placare i mercati».
«I palazzi romani».
«“Professore, ci salvi lei”».
«Varare il governo».
«Agire rapidamente per placare i mercati».
«Trovare la quadra».
«Nella squadra di Monti».
«Governo snello».
«Governo del presidente».

Le formule vengono da qui.
Va bene le metafore: ma una quantità così ingente di metafore, peraltro quasi tutte ideologicamente contrassegnate come metafore appartenenti al linguaggio della destra lego-berlusconiana, fa riflettere.

Leggendo solo l’elenco di formulette, quale quadro viene fuori?

Che i mercati (Bene) hanno ragione (anche quando sono una specie di mostri da «placare»; si vede che sono i «nostri» mostri…), e da soli giustificano un’azione rapida e incisiva, che salti le mediazioni dei «palazzi romani» (Male) e riesca a «varare» un governo (Bene).

Ma il verbo «varare», a rigore, è insignificante, perché non descrive alcun preciso passaggio istituzionale: composizione del governo? Ottenimento della fiducia? Giuramento dei ministri?

In ogni caso, non si parla di politica (Male) – che ci ha condotto a questo sfacelo – ma di «tecnici» (Bene), che non hanno alcun interesse personale e sono animati da puro spirito di servizio.
Già.
Ma per fare cosa?
Una «squadra» (Bene. Molto meglio del «gruppo», ormai fuori moda) per «trovare la quadra» (Bene) come ci ha insegnato Bossi, e per «placare i mercati» (Bene), i quali fissano in autonomia le priorità, e consentono al «Professore» (Bene, perché egli professa e dunque sa, mica millanta) di «salvarci» (Bene) grazie alla «snellezza» (Bene) di un «governo del presidente» (Bene).
Il «presidente» è uno che assume le decisioni e la responsabilità; non negozia, non tratta, non discute, ma impone cose giuste («per placare i mercati» e basta; mica per farci licenziare più facilmente; mica per farci andare in pensione a cent’anni) in ragione della sua superiore caratura.

Nessun dubbio.
Nessun interrogativo.
A me interessa sapere perché i mercati sono da «placare»; mi interessa sapere perché il debito pubblico che era a questi livelli quando l’Italia aderì al trattato di Maastricht allora non faceva impressione e adesso è una tragedia.
Mi piacerebbe che mi dicessero qual è la ragione per la quale un «tecnico» non possa produrre effetti politicamente rilevanti, e magari non salutati da tutti con la stessa esultanza di Repubblica.

Vorrei capire perché Monti passa per essere un uomo di sinistra, anche.
Vorrei capire perché c’è sempre bisogno dell’ortodossia.

Per Berlusconi non ho alcuna simpatia politica (né umana, a dire il vero); però a me pare evidente che a disarcionarlo non è stata la politica, ma la certificazione di un’improvvisa urgenza alla quale qualcuno ha deciso che lui non era in grado di far fronte.
Certo: ora non ha una maggioranza.
Ma cos’è stato a convincere adesso gli «scontenti»?

Per carità: ci libereremo di Berlusconi.
Ma non è che qualcuno mi abbia spiegato bene perché io dovrei stare con Monti.