il privato è politico e va nascosto. O negoziato

Credo che ci siano in giro bipedi alle cui condizioni psico-fisiche le parole “privato” e “privatizzazione” inducono un immediato e magico benessere che sa di pace e di appagamento totali.
Prendiamo – per quel che se ne legge sul Corriere.it – il disegno di legge di quella santa donna della ministressa Carfagna.

Quattro articoli e basta – perché questa, signori, è gente che fa i fatti; e già li sento, i profeti della semplificazione, elevare peana per la capacità di legiferare in modo rapido, compendioso e chiaro – non solo per mandare affan**** la legge Merlin (e sarebbe abbastanza), ma anche per rimuovere completamente la prostituzione dall’orbita pubblica-politica-sociale, ricacciandola con un triplo salto mortale nel territorio del privato; inteso nel duplice senso di “nascosto” e di “privatistico”.

Ora.
Sarà reato la prostituzione esercitata in luogo pubblico o aperto al pubblico.
Attenzione.
Questa cosa non dice solamente che è reato vendersi per la strada o in un bar; ma dice anche forte e chiaro – benché sottotraccia, così come tutte le ipocrisie hanno sempre saputo fare con ammirevole e proterva nonchalance – che è reato non fare, ma farsi vedere, farsi percepire come prostituti/e.

D’altra parte, qual è, specificamente, il reato che si potrebbe immaginare commesso solo se si sta in pubblico e non sussistente se ci si trovi in privato, se non quello di farsi vedere?
Fallo per i ca*** tuoi, insomma, e non è reato.
Fallo dove qualcuno ti possa vedere, ed è reato.
Qualcuno potrebbe dire che è reato farsi vedere perché si dà fastidio ai piccoli, o perché il cosiddetto “indotto” potrebbe essere criminogeno.
Se anche così fosse – e l’argomento dei piccoli non tiene affatto, perché sono i genitori, casomai, a dover spiegare il mondo ai figli, e non lo Stato (o i giornali, perché sento dire anche questo) a dover depurare il mondo a beneficio dei piccoli – perché non perseguire gli altri comportamenti identificati come reati, ovvero quelli indotti?

Com’è possibile che non sia un fatto ma un luogo a configurare la sussistenza di un reato? Già questo basterebbe a gridare allo scandalo.
Ma nella proposta della ministressa che riesce a sdegnare perfino il compagno di partito Paolo Guzzanti (onore alla reazione che ha avuto in difesa della figlia Sabina) non c’è mica solo questo.
No.

C’è anche, per esempio, che le prostitute minorenni verranno rimpatriate con procedure accelerate.
Ah, viene da dire; le rimandano di gran carriera da mamma e papà.
Sì, proprio.
Ma se queste minorenni che si prostituiscono avessero avuto un babbo o una mamma in condizione o in grado di potersi occupare di loro, sarebbero forse venute qui a dare alla Carfagna la soddisfazione di farsi espellere?

Ma ‘sta gente che s’inventa queste magie, ca***, ci fa o ci è?
Tra l’altro, noto incidentalmente che per quel che se ne legge ora, niente la ministressa dice di cosa possano aspettarsi in termini punitivi le prostitute minorenni italiane che, con ogni evidenza, rimpatriate non possono certamente essere.
Forse – ma può essere che nel testo di legge ci sia qualcosa ma il Corriere.it non ne parli, e che io sia dunque fuori bersaglio – perché il marcio viene sempre da fuori?

Va pur detto che se questa norma fosse stata efficace da tempo (e anche in relazione alle meretrici minorenni indigene), beh, la carriera di molte starlette della tv e di molte scosciate pentite che pascolano placidamente in altri campi della vita pubblica sarebbe stata stroncata in partenza.
Ma vabbè, comunque; dicevo per dire…

La cosa più sensazionale, però, è questa: che sarà depenalizzato il reato di favoreggiamento finora ipotizzato a carico dei proprietari di appartamenti nei quali sia esercitata la prostituzione.
Sembrerebbe una norma chiara, no? Chi affitta una casa a una prostituta non commette più il reato di favoreggiamento. Ergo: si può affittare una casa a una prostituta.
E invece no.
Perché saranno le assemblee di condominio – non è semplicemente pazzesco? – a dover dire se accettano oppure no che nello stabile ci sia qualcuno che si prostituisce.
Non è chiaro se ci voglia l’unanimità, se la maggioranza qualificata, o basti la maggioranza semplice… Prima o poi la Carfagna ce lo dirà.

Ancora una volta, tutto rientra nell’ambito di una gestione di tipo amministrativo-privatistico e negoziale delle cose.
E in questa situazione, per quel che riesco a capirne io, basta un furbone che compra un intero stabile, ed ecco che – senza dover chiedere niente a nessun condominio – può nascere un autentico bordello.
Senza scomodare locali, tv, provini, finte ballerine, lap dancer, raccomandazioni di politici o future soubrette, intendo.

P.s. Lo so: la foto l’ho già usata. Però qui ci sta bene…