tosi vince il trofeo maroni (appunti sul giornalismo)

È stata a lungo seconda, sopravanzata sempre di qualche voto dall’ordinanza con la quale il sindaco leghista di Novara Massimo Giordano ha vietato la presenza contemporanea di gruppi di oltre due persone in undici parchi cittadini nelle ore fra le 23.30 e le 6 del mattino (ma ci sono altre sue ordinanze che vietano di bere alcolici nei parchi vicino alle giostre dei bambini, di vendere alcolici dopo le 18 in alcuni bar della zona stazione, e di fermarsi a contrattare con le prostitute. A un mese dall’entrata in vigore dell’intero «pacchetto», leggo qui che erano state date in tutto meno di venti multe).

io regalo, lui sequestra

E invece – zac, a sorpresa, col 32 per cento dei voti – ecco che a vincere il Trofeo Maroni, qui nato all’inizio di agosto per mettere in competizione le ordinanze creative alla cui stesura i sindaci più ipercinetici erano stati incoraggiati dal ministro dell’Interno, è l’ordinanza anti-accattoni del sindaco di Verona Flavio Tosi, l’uomo che ha deciso che il denaro che io dono di mia spontanea volontà a un essere umano che incontro per la strada dev’essere sequestrato come «denaro proveniente dall’attività illecita» di accattonaggio.

quelli che «non ti preoccupare»

Del fenomeno socio-politico delle ordinanze «creative», quest’estate s’è scritto molto, e spesso con un sorrisetto a mezza bocca, come se l’attività nella quale i sindaci si stavano (e si stanno tuttora) esercitando fosse (e sia) qualcosa che si può considerare con pacata e condiscendente benevolenza.
Come se fossero iniziative destinate a vivere per lo spazio di una stagione e non, invece, il prodotto destinato a durare di una politica che consapevolmente è andata costruendo occasioni e pretesti di esclusione, e giorno dopo giorno sempre di più porta al primo posto dell’agenda pubblica il tema dell’estromissione di chiunque sia giudicato incompatibile con un’idea molto restrittiva di mondo e di vita.

cacciari, le leggi razziali e i massaggi

Sui giornali hanno sorriso del fatto che Alemanno avesse pensato di vietare il rovistamento nei cassonetti. Eppure è lo stesso Alemanno che distingue fra fascismo e leggi razziali, salvando il primo e censurando con garbo le seconde, come se le due cose non avessero un nesso logico, causale e storico.
Si è sorriso dell’ordinanza del filosofo Cacciari contro i borsoni dei venditori; eppure è lo stesso Cacciari che all’indomani dell’omicidio di Nicola Tommasoli, a Verona, sostenne in televisione da Gad Lerner la teoria per la quale le persone che erano state arrestate per l’omicidio non erano veramente di destra, perché della cultura di destra non conoscevano nemmeno gli autori più noti, e dunque non si trattava certo di un omicidio razzista.
Si è sorriso con grazia salottiera dell’ordinanza – non sindacale, ma ministeriale – con la quale la sottosegretaria Francesca Martini ha vietato i massaggi in spiaggia sulla scorta di argomenti «igienico-sanitari»; ma è la stessa Martini che, esasperata dalla buona fama della dieta mediterranea, le contrapponeva la gloriosa efficacia nutritiva e salutare della dieta padana. Polenta e burro. Altro che olio extravergine e pasta.

realtà geneticamente modificate

Non c’è granché da ridere, insomma, perché tutto questo armamentario di immaginazione produce sensi nuovi, crea realtà geneticamente modificate rispetto a quelle delle quali le persone fanno quotidiana esperienza.
Nessuno ha preso malattie per essersi fatto massaggiare in spiaggia, per esempio.
Nessuno è stato ucciso da un borsone.
Nessuno rapinato da un uomo che chiedeva l’elemosina.
Nessuno strangolato da un lavavetri fiorentino.
E se qualcuno nei cassonetti è morto triturato, beh, non era certo qualcuno che con le ordinanze di quest’estate ci si sia posti il problema di tutelare…

la ricerca dei costituzionalisti

A margine del Trofeo Maroni, a un mio amico giurista che si chiama Marco Dani è venuta un’idea molto bella: «Raccogliere i testi delle ordinanze nate dalla riforma dell’articolo 54 del testo unico sugli enti locali» – queste, cioè – e (continuo a copiare dalla call for research che ha fino a qualche giorno fa ottenuto sul forum di Quaderni costituzionali del Mulino le adesioni di 25 studiosi), «riflettere criticamente sui profili costituzionali della gestione dell’ordine pubblico attraverso lo strumento delle ordinanze del sindaco, con particolare riferimento alla garanzia giuridica e politica dei diritti fondamentali».

l’anci

Lo scopo del lavoro del gruppo di giuristi è l’elaborazione di uno studio finale che «alla luce dell’analisi empirica dei casi, affronti criticamente il tema delle garanzie costituzionali in relazione alla questione sicurezza e alla sua gestione da parte degli enti locali».
Fino a ieri, mi scrive Marco Dani, «a una settimana circa di distanza da una mia lettera all’Anci con la quale chiedevo di avere accesso al loro tanto pubblicizzato archivio di ordinanze, non è ancora giunta alcuna risposta».
Anche questo, forse, vuole dire qualcosa.

due ordinanze erano false…

Sul Trofeo Maroni mi resta ancora da dire un’altra cosa.
Che due delle ordinanze che sono state votate dai lettori di questo blog erano false, inventate di sana pianta.
Quella dei chewing-gum e quella del tono di voce da tenere basso dopo le 21.
La cosa che giudico assolutamente sensazionale è che a nessuno sia venuto in mente di dire «ma no, queste sono scemenze!».

… ma il clima le rende credibili

La circostanza mi dice due cose.
La prima, nel merito: che – come scrivevo sopra – queste ordinanze, e in generale il clima (se così lo posso definire) hanno creato un ambiente nel quale diventa credibile perfino un’ordinanza con la quale un sindaco vieta di mangiare le chewing-gum (d’altra parte nella scuola elementare di mio figlio, a dispetto del fatto che ho firmato una carta con la quale autorizzo mio figlio a tornare a casa da solo da scuola due giorni la settimana ed esonero la scuola da qualunque responsabilità, pare che la preside stia pensando di non concedere l’autorizzazione perché ha deciso – lei, mamma di tutti i bambini – che queste autorizzazioni valgono solo per le medie e non per le elementari. Dimenticando che sarebbe molto carino che la scuola facesse la scuola e i genitori facessero i genitori. Chiusa la parentesi).

la credibilità in regalo

La seconda, nel metodo: per ragioni di mandato professionale, a volte – spesso – può funzionare una sorta di presunzione di affidabilità in virtù della quale, per esempio, chi ha letto di quelle due ordinanze è stato indotto a ritenerle vere per il fatto che le avevo sommariamente descritte io, che faccio la giornalista e di sicuro non ho aperto un blog per raccontare balle…

il ruolo e le responsabilità del giornalismo

Questo dovrebbe rendere estremamente chiaro quanti danni – e quanta porzione di realtà tragicamente fittizia ma verosimile – può creare un giornalismo superficiale e poco scrupoloso.
Per non dire di ciò che può fare un giornalismo consapevolmente orientato alla creazione di una realtà alternativa.

e mille mille mille grazie

Infine.
Grazie a tutti quelli che hanno votato.
Grazie a tutti quelli che visitano il blog.
Mi piace quello che ne sta uscendo.
Sono contenta.