macedonia di notizie (senza zucchero)

Oggi va che mi travesto da rassegna stampa e metto in fila un po’ di notizie relativamente fresche.

walter il duro

Comincio da qui, dalla lettera che Veltroni ha scritto al Corriere per replicare alle opinioni scritte ieri da Battista (ah come mi piacciono questi analisti che, pieni di realismo e ragionevolezza, mettono in guardia dai rischi insiti nella «descrizione dell’avversario come nemico ontologico». Cosa si aspetterebbe un esegeta come Battista (e ce ne sono tanti)? Un «no» sussurrato compostamente? Un inchino a sua maestà, e poi – con vocina flebile – due o tre criticucce piene di devozione?).
Bella.
Non ho ancora capito se è una cosa bella o brutta, ma è la seconda volta in tre giorni che sono d’accordo con Veltroni.

la complessità

Per esempio quando dice che lo preoccupa «la realtà di un generalizzato bisogno di decisione che si manifesta con un insieme di semplificazione mediatica dei problemi, di fastidio per ogni complessità, di richiamo alle paure più profonde delle persone, di tendenze all’investitura plebiscitaria della leadership, di scavalcamento o marginalizzazione delle istituzioni, di noncuranza per la patologica concentrazione del potere, di irrisoria facilità nell’oscillare tra il ruolo di profeti della deregulation e quello di paladini dell’intervento dello Stato. Di tutti questi fenomeni il nostro Paese, anche per l’evidente propensione del Presidente del Consiglio ad esserne l’incarnazione, è purtroppo un evidente esempio».
Mi piace molto che venga avvertito come un problema la cosa che quotidianamente mi manda in bestia, per lavoro: l’indisponibilità dei giornali – in totale e assoluta malafede; non credo nemmeno per un istante che sia il prodotto di una stupidità naif, ma casomai di una stupidità vicina alla delinquenza abituale – a considerare la complessità del mondo come una cosa che spetta proprio ai giornali spiegare e rendere chiara a tutti.

babbo natale

Poi c’è questa cosa che siccome la città di Catania, retta a lungo dal medico di Berlusconi – quello che diceva che Silvio era virtualmente immortale – ha seri problemi di bilancio, allora il Cipe, emanazione della presidenza del Consiglio dei ministri, «ha disposto uno stanziamento di 140 milioni per far fronte all’emergenza finanziaria dell’Ente», dove l’ente con la maiuscola è il Comune di Catania.
Insomma: babbo ha messo mano al portafoglio per dare qualche soldino a uno dei suoi figliolini togliendo un po’ di soldini a tutti gli altri fratellini.
Per sfuggire a un miserabile destino di povertà e di oscurità, questo è decisamente un ottimo sistema alternativo al matrimonio con suo figlio.
«Caro Silvio, sono economicamente nella merda: potresti per favore farmi sposare tuo figlio, o in alternativa farmi mandare 140 milioni di euro – ma vanno bene anche 100-110 – dal Cipe?».

la palla nazista

Poi c’è questa storia dei calciatori fascisti. Cioè, chiedo scusa: volevo dire «moderati». Si trova qua, e la cosa più inquietante che si legge, forse, è questa: «I calciatori, notoriamente pavidi nelle dichiarazioni, oggi comprendono che queste “verità” si possono finalmente dire: il vento del 2008 non le rende più pericolose per le loro carriere».

il negro, mio dio

Poi c’è la storia di «Emmanuel negro», nella quale Comune e vigili hanno deciso in via preventiva da che parte stare. Se ne legge qui, qui e qui. Grande – e tristissimo – soprattutto il commento di Maltese.

norme incivili

Per esempio: «Non si possono dare troppi poteri ai sindaci. Il decreto Maroni è stato in questo senso una vera sciagura. La classe politica nazionale italiana è mediocre, ma spesso il ceto politico locale è, se possibile, ancora peggio. Delegare ai sindaci una parte di poteri, ha significato in questi mesi assistere a un delirio di norme incivili, al grido di “tolleranza zero”».

che donna

E infine lei. Anzi: Lei. Mara Carfagna. Che dice – udite udite – «Non ce l’ho con gli omosessuali». Però! Che presa di posizione politica articolata e coraggiosa. Non è solo bella, questa ragazza. È anche intelligente!