mara come plutarco: ed è coda in libreria


Mi segnalano, e io – grata – propalo, un (sostanzialmente agiografico) pezzullo comparso ieri sul Corriere del Mezzogiorno.
Copio.

Mara saggista per la casa editrice Aliberti. Prefazione di Cossiga

«Stelle a destra», il libro della Carfagna

Donne e politica. Il ministro tratteggia ritratti di statiste: Merkel, Tymoshenko, Condoleezza Rice. E la preferita: Margaret Thatcher

NAPOLI – Si intitola «Stelle a destra», irrobustito dalla prefazione di Francesco Cossiga, edito da Aliberti, casa editrice emiliana distribuita da Rcs» (il corsivo è mio). «È il saggio che in pochi si aspettavano. Lo firma Mara Carfagna, ora ministro alle Pari opportunità, da diversi anni nome femminile mediaticamente di spicco, spesso suo malgrado (idem), «del ristretto orizzonte rosa della politica italiana. Coperto fino ad oggi da una cortina di riserbo, il libro dell’ex valletta tv, ora quasi 33enne, segue la traccia “plutarchiana” dei ritratti biografici (corsivo mio anche qui), «partendo dall’assunto che saltando il paternalismo delle quote rosa donne e politica (donne in politica) si può. Sarà in libreria da domani, mercoledì 14» (cioè da oggi).

«La ministra salernitana descrive grandi statiste, evidentemente grati modelli di riferimento» (idem). «Tutte straniere» (e vorrei ben vedere, ndr). «In 150 pagine, con penna asciutta» (idem) «tratteggia soprattutto figure di donne attualmente al comando. Come Angela Merkel, di cui ricorda le difficoltà dell’adolescenza “in un regime totalitario” e Condoleezza Rice, capace di superare il doppio pregiudizio (donna e nera) affiancandosi in tempi di guerra alla destra di Bush. Ancora: la treccioluta e angelica ucraina Tymoshenko, protagonista della rivoluzione arancione e la rifugiata Ayaan Hirsi Ali. Stella polare? La liberista di ferro Margaret Thatcher, of course».

Ringrazio Aldo per la prontezza di riflessi.
Il suo neurone dev’essere tornato dalle vacanze.

ps: ho appena avvistato il pezzo anche nella home page del Corriere.it.
D’altra parte, che ragione c’è di nascondere le belle notizie?