roma ladrona vista da sinistra

un_titolo_irresponsabile

Leggo e inorridisco.
Come si può avallare una ricostruzione secondo cui i malvagi predoni amici del sud hanno trascurato i poveri del nord per odio ideologico o anche solo per errore?

Come si può sostenere – e senza capire la responsabilità che ci si assume (come Stella, come l’Annunziata) per l’imbarbarimento ulteriore del discorso pubblico in quest’osteria inquinata di merda che è ormai diventata il mio Paese – che «vengono fuori chiaramente due Italie. Una dove chi ha bisogno può fare la spesa con l’aiutino di Stato, e l’altra dove chi ha bisogno deve fare da sé»?

Questo è fermarsi al livello d’analisi più immediato, per sollecitare gli istinti più brutalmente rivendicativi e pericolosi per la coesione sociale.
Né consola il fatto che a commentare questo pezzo sia un esponente del Pd.
Anzi: è la pennellata più disperante.

Né qualcuno si sogni, please, di dire che i giornalisti devono esclusivamente limitarsi a fotografare la realtà per come essa è e non ricostruirla come piace a loro: lo penso anch’io, eccome.
Ma io penso che questo pezzo – e le uscite di Stella, e il «ritiro» dell’Annunziata dalla trasmissione di Santoro, per fare gli ultimi esempi di cui ho scritto qualcosa anche qui – non siano conseguenze della fotografia della realtà, ma siano esiti di ricostruzioni ideologiche compiute attraverso la selezione arbitraria delle variabili che si sono tenute in considerazione prima di distillare una «morale».

Il problema è il solito, semmai: l’apparenza di neutralità che queste operazioni tengono tanto ad avere.
In simili casi i numeri soccorrono meravigliosamente.
Peccato che i numeri di per sé non significhino niente.

Alcuni esempi di commenti all’articolo.
Il leghista incazzoso che fa un sacco di sacrifici e quei nullafacenti dei terroni vivono con grasse pensioni alle sue spalle: «Anziché occuparsi di aeroporti che nessuno vuole Bossi farebbe meglio a preoccuparsi dei contributi dei lavoratori padani che vanno a ingrassare le pensioni di chi non ha mai versato una lira».

Quello che cerca di cambiare logica, (di mantenere la calma), e prova a contestualizzare: «Ma che razza di titolo è??? È logico che il meridione abbia un numero di gran lunga maggiore di social cards dal momento che nel meridione ci sono un numero di indigenti di gran lunga superiore alle regioni del nord. La notizia non sono le ridicole social cards, ma che in questo Paese esiste, esisteva e sempre esisterà un problema meridionale, mai affrontato e mai risolto».

Qualcuno prova a ragionare un po’: «Prima veniamo tempestati di dati in cui si dice che il sud è sempre più provero e il nord è sempre più ricco, per poi sorprendersi se le social card sono in quantità maggiore al sud. Wirtak si chiede dov’è la notizia? La risposta è semplice: quando un fatto conferma un pregiudizio, per i media è notizia. Propongo al giornalista un’altra inchiesta: quanto si spenderà in Italia nel 2009 di ammortizzatori sociali? Ed in particolare quanto si spenderà al nord e quanto al sud. Mi racomando ci metta la stessa enfasi nel raccontarlo».

Ma ecco il leghista (o Pd?) che le-canta-chiare-e-la-sa-lunga (con punteggiatura un po’ così e lapsus di carattere marino: «sub» invece che «sud»): «Da 60 anni il nord aiuta il sub, ora basta la lega faccia pesare il voto che le è stato dato o sparisce i nemici del nord non sono gli extracomunitari ma il meridione».

Si potrebbe pensare che i giornalisti che si rendono motori di questo genere di operazioni meritano alla grande certi commenti come questo.
Il problema, però, è che le conseguenze non ricadono su di loro, che anzi riescono a mettersi dalla stessa parte di gente che dice che «i nemici del nord non sono gli extracomunitari ma il meridione», ma su tutti noi. Anche su di me.

Non c’è niente da fare: la sconfitta è enorme.
Il sud è pieno di mangiapane a tradimento, vive sulle spalle del nord, l’impiego pubblico è pieno di gente che non fa un cazzo, il privato premia il merito, gli uffici devono perseguire la soddisfazione del cliente…

In fondo sarebbe meglio che chiunque la pensa in un modo diverso si rassegnasse a tacere.
Perché parlo ancora?
Perché, quando potrei tacere e pensare ai cazzi miei?