crociata, caro, non ha simpatia

via_d_uscita Per il segretario della Cei Mariano Crociata, Fini sbaglia a parlare dell’esistenza di un rischio di Stato etico a proposito della legge sul biotestamento: «Lo Stato etico mi sembrerebbe altra cosa», sostiene, «e la Chiesa non ha mai avuto simpatia per questo tipo di situazione, che esiste dove ci sono delle costrizioni. Non mi sembra questo il caso».

Io non so come questo signor Crociata – che cognome! – chiami il divieto di sospendere l’idratazione e la nutrizione a persone che avevano precedentemente chiesto di essere lasciate morire, se non «costrizione».

E non so come questo signor Crociata chiami l’impossibilità di congelare gli embrioni ricavati dalla fecondazione degli ovociti delle donne che, in Italia, si sottopongono alle pratiche per la fecondazione assistita. Non è «costrizione» ciò che prescrive la ripugnante legge 40, che annette molta più importanza agli embrioni che alle donne già vive?

È incredibile: questi crociati, questi bagnaschi, questi lombardi, non fanno che «costringere», e poi vorrebbero anche sentirsi dire che loro sono mansueti, carini e rispettosi; che in fondo stanno solo facendosi i ca*** loro e non i ca*** miei.

Certo: a consentir loro quest’atteggiamento è senz’altro la politica (per dir così…). Ma questa gente qua i ca*** miei se li sta facendo eccome.
Da là, dalle loro sale vaticane, decidono cosa io posso fare della mia vita, quando, come, dove.

Non che io abbia simpatia per la trasmissione della De Filippi e per l’idea di mondo che sottende, ma leggete qua:

Monsignor Cosmo Francesco Ruppi dice: «Si è fatto un gran clamore sul “no” che sarebbe stato detto dal vescovo di Lecce sulla festa in piazza per la cantante Alessandra Amoroso, programmata per la sera del Giovedì Santo, portando in ballo i temi della liberà e della “prepotenza clericale”. In realtà non si è trattato affatto di un divieto e, meno che meno, di una pressione sul sindaco, ma si è fatta presente solo la inopportunità, manifestata anche da una crescente presa di posizione di associazioni religiose e profane, di tenere proprio il Giovedì Santo una manifestazione pubblica canora. Dopo aver ricevuto molte telefonate e dopo non pochi interventi di persone, anche autorevoli, si è fatto presente al primo cittadino di Lecce la sommessa richiesta di rinviare la festa programmata a giorni più sereni e meno carichi di eventi religiosi popolari».

E il sindaco ha vietato la festa per la cantante di «Amici».
Sommessamente, si capisce.