precario è bello

the_full_montyDice il Corriere: «Brunetta: “Basta con film e libri che mitizzano i precari”».

Al ministro questa storia «fa schifo», e gli «fa anche venire l’orticaria».

Meraviglioso.
Quest’uomo è uno spettacolo pirotecnico.
In fondo – a parte una pomatina antistaminica al bisogno – lui desidera solo che gli schiavi siano contenti e mostrino un po’ di riconoscenza.

Una pretesa come questa può sembrare irragionevole solo a gente che ragiona secondo schemi vecchi e superati.
Non so.
Per esempio a quelli che pensano che prima di parlare bisognerebbe riflettere, o almeno provarci: che è poi esattamente l’inutile ciarpame del quale la nuova politica ci ha insegnato a liberarci.

Come tuffo nella modernità consiglio la lettura di ciò che un altro ministro, Sacconi, sta preparando per noi.
Cito, per far capire meglio: a lui interessa riformare lo Statuto dei lavoratori organizzando – attenzione – «un corpo di tutele sostanziali del lavoro costruite per geometrie variabili, in funzione cioè del reale grado di dipendenza economica del lavoratore e non solo di parametri astratti e formali».

Ha ragione.
Magari il lavoratore non ha alcuna dipendenza economica dal suo stipendio, e lavora solo per il piacere di avere a che fare con i colleghi e con i capi, o anche solo per il gusto di sentirsi utile.
Uno così, in effetti, perché non licenziarlo?