il padrone del mondo

si_elimina_tuttoSolo due parole su una cosa che mi pare agghiacciante appena un grado sotto l’ignominia del comportamento che quest’uomo e i suoi scherani tennero per Eluana, la ragazza che sì, e che diamine, per quanto era vitale poteva perfino essere incinta.

Ieri Berlusconi ha invitato gli industriali – da presidente del Consiglio? Da collega? Da osservatore del mercato? Da perturbatore del mercato? Da concorrente? – a non investire sui giornali «disfattisti» (aggettivo piuttosto significativo).
Riepilogo.
Un presidente del Consiglio che ha giornali e tv chiede ai suoi colleghi imprenditori (non ai colleghi editori) di non investire sugli altri giornali e sulle altre tv.
Ergo: date a me i soldi della pubblicità (ché io vi favorirò). Evitate di darli agli altri, così li chiudiamo per soffocamento invece che con le leggi che fu costretto a fare Mussolini.

Qualcuno, forse, gli dice una frase che a me piace immaginare così: «Che ca*** hai detto, str****? Ma ti rendi conto del bordello che può venir fuori in tutto il mondo?».
Così, lui fa l’ennesima sua rettifica.
La miliardesima.

No, cioè, lui intendeva dire che i giornali non dovevano dare pubblicità a Franceschini.
Come la lettera della sua frase possa conciliarsi con questa nuova interpretazione fornita qualche ora più tardi dall’ufficio stampa di Palazzo Chigi è una cosa che non so capire.

Fatto sta che l’Ansa fa quella che ci crede.
L’Ansa fa quella che crede veramente alla rettifica, e i suoi riepiloghi di fine serata mostrano di credere che Berlusconi ce l’avesse con Franceschini, e che non stesse facendo qualcosa di infinitamente più grave che semplicemente insultare e delegittimare l’esistenza stessa di un’opposizione e di chi quell’opposizione pro tempore incarna.La cosa forse più curiosa è che Franceschini fa esattamente lo stesso; fa anche lui quello che ci crede, e replica che a lui Berlusconi non fa paura, nonostante le intimidazioni.

Io non me ne capacito.
Ecco qual è lo stato del giornalismo in Italia.
Autocensura completa.
Quel che dice il capo non si discute: penetra come assorbito attraverso i pori della pelle e viene rimescolato e rimasticato in modo da rendere credibile l’incredibile.

Ed ecco qual è lo stato della politica.
Fingere di non aver capito per paura che, capendo, non ci siano abbastanza alleati con cui condurre la guerra.