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istat, lavoro addio
A me non sembra una bella cosa.
Un po’ in se stessa, un po’ perché mi piacerebbe conoscere i modi attraverso i quali il servizio è stato esternalizzato, un po’ perché mi domando il motivo per il quale proprio i dati sul lavoro siano quelli a partire dai quali l’Istat viene deprivato della facoltà di svolgere il proprio compito.
Non è una bella cosa, per nulla. Non è una bella cosa per i miei colleghi, non è una bella cosa per le statistiche prodotte e per le decisioni che alla fine quelle statistiche produrranno. E poi, come per la finanza sballata (ossia quella in cui il sistema divergeva) sarà così anche per il lavoro misurato dallo stato, non più dallo stato ma da Pagnoncelli. No, non è per nulla una bella cosa.
Succedono cose che uno non riesce a crederci
No, è una pessima cosa.
l’IPSOS non è un ente statistico ma di sondaggi o, ancora meglio, di ricerche di mercato
Si sosituisce la statistica, che è basata sui fatti, con il sondaggio che è basato sull’opinione, che no è un fatto.
Mi spiego meglio: un ente statistico come l’ISTAT è da sempre impegnato neld are i numeri, e lasciare che siano poi gl altri a sbrigarsela con l’interpretazione.
Il committente è lo Stato
L’IPSOS, e istituti di ricerca similari, sono Privati, e il committente è costituito da enti privati.
Il lavoro di tali istituiti, anche quando fanno i sondaggi politici, è di far sapere al committente se il prodotto, (cibo, film, libro, partito) è di gradimento del pubblico, e nel fare questo è indubbio che vengano adottati tecniche nemmeno troppo occulte di persuasione sul cmapine degli intervistati, altrimenti come me la spiegate la differenza fra, per esempio, i dati del PDL alle ultime europee (attorno al 35) e e previsioni, che si attestavano nel peggiore del caso al 40& per arrivare al 43% ?
Perchè il committente voleva quel risultato.
Detto questo credo di aver detto (quasi) tutto.
Sì, quasi tutto.
Manca solo l’esplicito invito all’espatrio.
;-(