xenofobia è la dose accettabile di razzismo

Leggo sull’Ansa che, in relazione ai fatti di Rosarno, Bruno Schettino, monsignore responsabile della Cei per l’immigrazione e presidente della Fondazione Migrantes, dice:

«Per mia esperienza personale, razzismo non ne ho trovato troppo in Italia, piuttosto alcune forme di xenofobia ma sono momenti particolari di rivolta sociale determinati non dalla opposizione all’immigrato ma dall’esplosione di tipici problemi sociali della nostra società».

Tre domande.
La prima è quand’è che, a giudizio di Schettino, il razzismo – da dosato in quantità accettabile – diventa «troppo».
La seconda è qual è il momento in cui la xenofobia si trasforma in razzismo.
La terza discende dalle prime due: a chi sta parlando, veramente, Schettino? Chi ha scelto, per motivi suoi, di non irritare?