osteria locomotiva

Volevo ringraziare sindaco e giunta per avermi regalato – è mezzanotte e mezzo – il suono cristallino di gente che urla, la ninnananna delle voci ubriache, il frastuono rock dei bastardi che litigano, si mandano affanculo, si tengono la pancia come se fossero pronti a vomitare e sono prossimi, proprio qui sotto la mia finestra, a prendersi a cazzotti per una cosa che mi pare sia un mazzo di chiavi.
Grazie sindaco, grazie giunta.
Dormivo.
Grazie, sindaco e giunta, di avermi fatto svegliare dai vostri elettori.

Grazie dei tendoni non autorizzati dalla Soprintendenza, delle casette di legno; delle feste dei formaggi sardi calabresi piemontesi di ogni settimana; della sagra del carciofo; dell’animazione con cui si tiene viva la sezione gastrointestinale della città.
Di quell’aria di osteria che date a qualunque cosa organizziate, perché il buon gusto vi pare quella cosa da fighette che finalmente non dovete più vergognarvi di non avere mai posseduto.
Grazie della festa della birra.

Grazie dei cantieri di lavori stradali dappertutto, tutto dinamismo economico, che bello muoversi col brivido, e togli il sampietrino e rimetti il sampietrino, e chiudi la strada e riapri una corsia della strada e richiudi la strada e inverti il senso unico e riapri la strada dal lunedì al mercoledì ma col divieto di sosta e richiudi la strada e rimetti il sampietrino e metti il senso unico alternato dalle sei alle sette dei giorni dispari valido solo per quelli coi capelli neri e niente cartelli stradali perché qui è come Falqui basta la parola, quella del vigile che ti cazzia o ti multa, e comunque perché spendere soldi coi cartelli quando senza mettere i cartelli puoi guadagnare soldi con le multe; e asfalta lo stradone e metti il sampietrino e alza la recinzione e metti il cartello del direttore dei lavori e finisci di asfaltare lo stradone e lasciaci pure il mercatino del venerdì perché i commercianti devono pur sopravvivere e poi tutto è perfetto perché mentre sei in coda fermo da un chilometro scendi un attimo lasci l’auto in moto così l’aria diventa più densa e interessante e ti compri le mutande al banchetto e l’indotto non ne risente e siamo tutti più ricchi e l’economia gira perché qui non c’è la crisi siamo nella locomotiva d’Italia mica in Grecia o in terronia da quei bastardi inutili buoni solo a succhiare i soldi alla gente che nella locomotiva si fa il culo.

Grazie.
È così intrinsecamente giusto che una donna abbia paura di rientrare a casa da sola.
È una questione economica: sennò cosa cazzo le paghiamo a fare le pattuglie miste e le ronde, eh?, se nessuno ha paura?
E un po’ di ubriachi non sono perfetti per far venire un po’ di paura?