gdl vuole la rivoluzione liberale, la mamma dice no


Allora.
Non è che il berlusconismo sia finito, e non è finito neanche Berlusconi. Però c’è che quest’uomo ha fatto un sacco di promesse che non ha mantenuto.
Sarà anche vero che ha avuto successi fantasticissimi nella – sic – «lotta al crimine organizzato».
Ma…

Non ha fatto la separazione delle carriere dei magistrati.
Non ha fatto le liberalizzazioni.
Non ha fatto le grandi infrastrutture pubbliche.
Non ha fatto i «termovalorizzatori».
Non ha semplificato le norme e le procedure amministrative.
La riforma universitaria ancora non c’è, e ha sciaguratamente davanti un lungo e incerto iter parlamentare (dal che forse conseguirebbe che non è stato nemmeno capace di rendere del tutto inoffensivo l’obsoleto istituto del Parlamento).
Delle intercettazioni, poi, non parliamo neanche.
E per carità di patria nemmeno parliamo della sua «incapacità di leadership».

Insomma.
All’attacco sferrato da Galli della Loggia (che sotto il titolo di «La necessità di un colpo d’ala» parrebbe a me quasi evocare altri tipi di «colpi») manca quasi solo la garbata lamentela sul fatto che Berlusconi sia venuto meno, poffarre, alla promessa di emanare le leggi razziali.

L’editoriale – giudicato possedere dignità di pubblicazione sotto un titolo autonomo sulla prima pagina del Corriere.it, il giorno dopo l’editoriale altrettanto perfido di De Bortoli e a breve distanza di tempo dalle ramanzine di Battista – si conclude con una frase che da sola vale tutto il resto.
«Dov’è finita la rivoluzione liberale di cui il Paese ha bisogno?».

Galli della Loggia, dunque, si domanda «dov’è finita la rivoluzione liberale di cui il Paese ha bisogno».
Io mi domando da chi ca*** la voleva, GdL, questa «rivoluzione liberale».
Come abbia potuto pensare che Berlusconi, per un solo istante, ce l’avesse in mente.
Come possa egli dire che «il Paese» ne «ha bisogno» senza specificare in che cosa essa consista.

Va bene che GdL critica da destra (molto da destra): ma lui e il Corriere di De Bortoli e Battista che cosa stanno cercando di dirci? Cosa stanno cercando di dire a Berlusconi?
Perché, all’improvviso, queste uscite radicalmente critiche – e da destra, ripeto – contro Berlusconi?
Cos’è che, all’improvviso, l’ha reso indifendibile?
Quale alternativa è stata individuata?
Oppure: quale fastidio occorre dargli? A quale scopo? Per farlo cedere su cosa? Per dare un segnale a chi?