cittadini contro giornalisti: ma che bel risultato

Copio (dalla mia replica a un commento a un mio post precedente dedicato allo sciopero dei giornalisti, chiedendo scusa per il turpiloquio. Il commento mi segnalava – e ne ringrazio Matteo – quest’intervento di Zambardino dal quale prendo solo spunto. Questa, insomma, non è una controargomentazione al suo pezzo).

Ecco.

A me dell’unità sindacale in se stessa non fotte un cazzo.
Ho già scritto che proporre di raddoppiare milluplicare enneplicare mazinghizzare i giornali non serve a una mazza finché non ci si interroga sul senso dell’informazione e sui meccanismi di produzione dell’informazione.
Distribuire gratuitamente giornali fatti coi piedi a me sembra che non serva a un cazzo.
Sostenere che sia utile è una totale idiozia.

Sostenere che editori e giornalisti siano – possano essere/debbano essere – dalla stessa parte è una totale idiozia.
E il corporativismo non c’entra un beato accidente.
Chiedo scusa per la passione, ma sono veramente stufa agra di argomenti giovanilisti modernisti superisti webbisti retisti yeah come siamo fichi fichi fichi noi che c’abbiamo il futuro davanti.

E, Zambardino permetta: sostenere che la libertà dei giornalisti sia altro da quella dei cittadini significa essersi mangiati in un solo boccone decenni di riflessione sul senso della professione giornalistica.
Che i giornalisti siano servi, oh mio dio, questo è dannatamente vero, per moltissimi di noi.
Ma dire che la libertà dei giornalisti non è quella dei cittadini implica la considerazione che i cittadini possano fare a meno dei giornalisti (in generale, dico; non quelli dei giornali e basta).
E questa per me è un’affermazione semplicemente fascista.