questo è un incubo

Perline.

Giovanilismo e equità generazionale

L’ostinata insistenza con la quale Monti e i suoi, in tema di lavoro e previdenza, martellano sul concetto che rinunciare ai diritti significa agire a favore dei giovani comincia a sembrarmi non solo ideologica, ma francamente disgustosa e immorale.

La volitiva Fornerina

Dall’Ansa:
(Il) confronto (…) si dovrà chiudere entro un mese, «in 3-4 settimane» con «il largo consenso» di sindacati e imprese, dice il ministro del Lavoro, Elsa Fornero.

Traduzione: avete 3-4 settimane per darmi ragione e fare quel che voglio io.
Non le basta poter imporre la sua volontà; vuole anche la benedizione.


Monti è un proto-leghista

›››ANSA/ LIBERALIZZAZIONI: MONTI TIENE PUNTO; NO TABÙSU ART.18
NON ESCLUSA FIDUCIA; ORA RIFORMA LAVORO;NO GOVERNO POTERI FORTI
(…)
Dell’opposizione della Lega prendo atto con rispetto e non mi pronuncio, ma sono sicuro che se riflettesse sui suoi principi fondanti, vedrebbe che *questo governo sta facendo tante cose che rispondono alle istanze iniziali leghiste*».

Ah, be’.
Adesso sì che son più tranquilla
.

La viril Fornerina

Leggevo sull’Ansa i resoconti dell’incontro della Fornero con sindacati e organizzazioni padronali.
Pare che dopo il buongiorno-buongiorno e l’elegantissima e sobria stretta di mano di Lord Mountains, la Fornero si sia alzata in piedi leggendo un foglio con aria che perfino l’Ansa osa definire declamatoria.

Legge il suo documentino su cui c’è scritto su cosa si può discutere e su cosa no – decide lei, tesoro: d’altra parte a una donna così tenera si perdona molto – e i rappresentanti delle quattro sigle sindacali si scambiano sguardi esterrefatti con i rappresentanti delle quattro sigle datoriali.

Uno o una chiede: «Scusi, potremmo avere quel documento, di modo da guardarlo, studiarlo, e magari anche da averlo prima che arrivi alla stampa?».
La risposta è un tenerissimo no.
Lei dice che la stampa non l’avrà prima di loro, e questo è quanto.

Bambini, tornate al posto.
Che stile, eh.
Che grazia.
Berlusconi aveva e ha la statura del’incommensurabile volgare parvenu.
Questi sono placcati di secolare arroganza da razza padrona.

Sfigati

«Dobbiamo iniziare a dare nuovi messaggi culturali: dobbiamo dire ai nostri giovani che se non sei ancora laureato a 28 anni sei uno sfigato».

Ecco. Quest’uomo che parla è il viceministro della Pubblica istruzione.
La sua volgare rozzezza nobiliare mi fa orrore.
Evidentemente, vive in un mondo nel quale chi non si laurea entro i 28 anni è solo un pigro figlio di papà.

Ma queste persone si rendono conto delle parole che usano, o pensano che le persone che li ascoltano abbiano sempre e solo in mente l’efficacia retorica di uno slogan?

Semplicemente non riesco più ad accettare che si parli per slogan, per semplificazioni.
Altera la percezione della realtà, certifica l’inesistenza della sfumatura, del contraddittorio e del complesso.
Plasma le menti nella direzione del «semplice» è bello, «complesso» è brutto.
Ma la maggior parte delle cose sono per forza complesse, quando le si voglia guardare con serietà.

Pensiamo all’evento più ordinario della storia dell’umanità, la maternità.
Cosa c’è di semplice nell’essere una donna incinta contemporaneamente una e bina, sé e altro da sé, identità mutevole e non permanente, corpo che cambia, luogo altrui, sede della vita e dell’espropriazione della propria unicità…

Professionisti della contestazione

Michel Martone, viceministro all’Istruzione:
«Il problema di questo paese è che cambiano i governi ma le questioni rimangono sempre le stesse. Pensate alla giornata di ieri. Monti non aveva neanche terminato di leggere il suo discorso programmatico che, nelle piazze, i professionisti della contestazione sociale già cominciavano a manifestare».

Ah, quelli che il Problema è Sempre Uno, e cioè che esistono i Professionisti di Qualcosa, magari del No, mentre invece loro ragionano, riflettono, sono pacati e si sono laureati prima dei 28 anni.

Maleducatissimi

Michel Martone, viceministro all’Istruzione:
«Ma le colpe non sono solo di questo governo e di questi sindacati. LE COLPE SONO DI UN’INTERA GENERAZIONE CHE HA PRETESO DIRITTI CHE NON SI POTEVA PERMETTERE e poi ne ha scaricato il costo sui figli».

Gentilmente, signor Martone, mi faccia capire: chi ha *preteso* cosa, esattamente?
E con quale arma di minaccia?
Un fucile? Una bomba acca?
«Pretendere diritti» è legittimo, caro il mio signor Martone. Non esistono diritti che non ci si può permettere, signore.
I diritti sono diritti.
I suoi, forse, saranno anche privilegi: ma se è così, per favore, pensi ai fattacci suoi.

Grafomane. Tesoro, che understatement.

Michel Martone, viceministro all’Istruzione:
«Sono un grafomane che sfoga le proprie inquietudini scrivendo sui giornali, da Il Riformista a Il Sole 24 ore, e sulle riviste, da Zero a Formiche e Aspenia».

Caro signor Martone, questa non è grafomania: questo è essere parte del potere.

(Chiedo scusa: Michel Martoné non è viceministro all’Istruzione, ma al Lavoro.
Pensavo che parlasse di ciò che lo riguardava: invece no, nemmeno questo).