perseguitata dalla politica

Non mi è chiaro che peccato ho fatto per meritare che l’argomento delle mie due-ore-due di conversazione con un’insegnante che si chiama Pippa – “Patricia”, mi ha detto, “ma tutti mi chiamano Pippa”. E io ho pensato “che culo” – fosse la politica.
Una va via per qualche giorno da un Paese dove Berlusconi dice “okay, vado alle celebrazioni del 25 aprile perché non voglio lasciarlo alla sinistra ma vi dico dopo a quale celebrazione andrò”, e poi si trova in una stanza con una tipa che si chiama Pippa a parlare (e neanche in italiano) di politica.

Domande del tipo “pensi che i politici guadagnino troppo'”, “credi che siano disonesti?”, “nella tua città il sindaco ha potere?” (in Irlanda i sindaci non ne hanno affatto, ho appreso), “hai idee politiche radicate?”, “le tue idee politiche sono rimaste le stesse da sempre?”, “quanti partiti ci sono nel tuo Paese?”, “cosa pensi della monarchia?”…

Okay. Sono esausta. La gola è in fiamme (my throat is burning).
Yes, I have strong political opinions.
I don’t know if politicians zzzzzzz…