hello kitty chiama alfano, mi sentite?

hello_kittySul gruppo di Facebook denominato «Uccidiamo Berlusconi» le cose più incredibili mi sembrano due.

Una è che il ministro Angelino chiede che si apra un’indagine sulla sicurezza di Berlusconi.
D’altra parte, io non saprei come dargli torto.
È assolutamente noto a tutti, infatti, che un aspirante assassino standard che voglia avere una minima speranza di successo deve per prima cosa aprire un gruppo su Facebook, e poi da cosa nasce cosa e il resto vien da sé.

L’altra cosa sono i pezzi giornalistici che ne parlano.
Prendiamo la Repubblica, per esempio.
Il cronista scrive che il nuovo amministratore del gruppo dice che il gruppo rientra nella categoria delle «affermazioni bizzarre» e spiega che nessuno intende assolutamente uccidere nessun altro.
E poi, compitamente scomodando categorie alate e forse sproporzionate rispetto alla bisogna, il giornalista commenta: «Certo, nessuno definirebbe “Uccidere Berlusconi” solo un’affermazione bizzarra e “non voler uccidere realmente nessuno” è una giustificazione che ha poco a che vedere con le regole della dialettica politica e con il vivere civile».

Sì. Uccidere è male. È il male assoluto, per dirla con Fini. Di peggio non riesco a immaginare niente di niente. E sono serissima.

Ma l’apoteosi è qui: «Il social network non è nuovo a simili manifestazioni. Più di 500 gruppi iniziano per “uccidiamo”. Si va dalla politica, Bassolino, ai personaggi dello spettacolo, Mughini e Chuck Norris, per finire ai cartoni animati, Hello Kitty e Doraemon».

Ora.
Non vorrei drammatizzare.
Passi per Chuck Norris, che se provi a fargli un attentato ti intreccia le gambe con un nodo scorsoio solo con lo sguardo e poi ti sputa in un occhio mentre tu stai ancora raggiungendo Saturno dopo un suo calcio negli stinchi.
Ma minacciare la povera Hello Kitty ha veramente, veramente poco a che vedere con le regole della dialettica politica e con il vivere civile.
Andiamo: per dimostrare il dissenso da tutti quei fiocchetti non occorre mica il bazooka.

Deliziosa e lieve la metafora del Giornale: «Migliaia di aspiranti killer sul web».
Anche sulla carta stampata.
Mi sa.

Un interessantissimo aggiornamento qui, da Gilioli.