universi paralleli/il ritorno senza classe

barba_e_capelliDa Corriere della Sera Style Magazine, dicembre 2009.

Rubrica «Aplomb vaticano» di Alessandra Borghese, pagina 30:

«Dominique Mamberti, arcivescovo, segretario per i Rapporti con gli Stati» (ma quante belle maiuscole madama Dorè), «è nato a Marrakech ed è diventato sacerdote ad Ajaccio».
Son notizie. Decisamente.

«Già Nunzio Apostolico» (m.q.b.m.m.D./2) «in Sudan ed Eritrea, ha servito la Santa sede per circa vent’anni. (…) Oltre a essere un poliglotta, è un uomo che non si fa notare a prima vista, grazie a uno stile discreto ed elegante».
Secondo me dipende da chi frequenti di solito.
Io, se di fianco a me in pizzeria c’è un uomo con la gonna lunga, lo noto subito.

«Sempre un passo indietro, mai una parola fuori posto. Un vero diplomatico vecchio stile! In giro per il mondo persone come lui non se ne vedono più tante».
Due cose.
1. In giro per il mondo non significa tra Ostia e Fregene;
2. e se non vederne tanti come lui fosse un buon segno? Non so. La butto lì.

«Di recente al pranzo inaugurale della mostra “Il potere e la Grazia. I Santi Patroni d’Europa”» (m.q.b.m.m.D./3) «nel bellissimo contesto di Palazzo Venezia, l’aplomb di Mamberti è stato messo a dura prova. Un cameriere inavvertitamente gli ha rovesciato addosso un intero vassoio di filetti con patatine, fagiolini e un ricco sugo».
Il ricco sugo è particolarmente preoccupante.
Ci son volte in cui si preferiscono i poveri.
Per alcuni motivi miei, mi sarebbe stato interessante sapere se il ricco sugo era bollente, però.

«L’Arcivescovo non si è scomposto».
Vorrei ben vedere un arcivescovo – con la maiuscola, poi – a dir parolacce a raffica.
In pubblico, intendo.

«I commensali (tra i quali il ministro Franco Frattini, la moglie dell’Ambasciatore d’Italia presso la Santa Sede (m.q.b.m.m.D./4) Zanardi Landi e il direttore dell’Osservatore Romano Gian Maria Vian), non sapevano bene come comportarsi».

E ora, l’apoteosi.
«La vicina di posto di monsignore» (perché mi punge vaghezza che la vicina di cui trattasi possa essere A.B. herself?) «ha subito chiesto al cameriere un panno caldo per rimuovere dalla mozzetta nera filettata di rosso della talare» (strawow)«i resti di cibo ancora appiccicati. Durante la pulizia, l’Arcivescovo continuava sereno il racconto del suo intervento alla 6.191esima sessione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul tema “il disarmo e la non proliferazione nucleare”».

Lei lo chiama aplomb.
Io la chiamo abitudine inveterata ad essere servito, incapacità di pensarsi persona titolare di incombenze e responsabilità pratiche.
Né un grazie, né un prego, né un niente.

Questa commensale che lo pulisce (non uno dei suoi schiavetti curiali, ma una donna che le circostanze di tempo e di luogo mettono sua pari), e lui che fa ostinatamente finta di niente.
Se questa è la classe, sono molto felice di non averne.