eliminiamo (noi in persona) chi non paga

A Verona sarà aumentato il prezzo del biglietto degli autobus urbani ed extraurbani.
Mi domando cosa abbia dato ai cittadini di questo pezzo d’Italia (temo che il morbo sia in rapida diffusione) la legittimazione necessaria a percepire se stessi come poliziotti ai quali spetta il compito di raddrizzare d’autorità (grazie a una specie di autorità in franchising…) le gambe ai cani.

Mi chiedo se la scientifica demonizzazione e la consapevole distruzione della politica come luogo di ammortizzazione e negoziazione degli interessi e dei conflitti basti a spiegare questa deriva individualistica, privatistica.

Se tutto questo sia sufficiente a giustificare un paesaggio sociale nel quale è venuto a mancare qualsiasi riferimento istituzionale e l’istituzione è percepita principalmente come una specie di seconda istanza arbitrale (o al più come potere «certificatore» dei miei diritti privati), dopo che i privati cittadini abbiano già provveduto a farsi giustizia da sé (magari «eliminando», e va detto che la scelta del verbo è efficace, l’«irregolare» e il «trasgressore»).

Perché penso tutto questo?
Per questo commento che, alla notizia dell’aumento dei biglietti del bus, è arrivato al sito dell’Arena.it.

se tutti pagassero il biglietto non ci sarebbe bisogno di un aumento… e sarei curioso di vedere quanti, di quelli che ora si lamentano, vedendo il soggetto X non vidimare il biglietto si mettano lì a lamentarsi e a incentivarlo a scendere dal bus o a pagare il biglietto. Molto curioso. Tutti lì a lamentarsi se aumenta… ma nessuno che fa qualcosa per eliminare chi non lo paga

E onestamente mi pare pure strano l’automatismo che può condurre a credere che i diritti non esistano più. Tutti son convinti che i «servizi» si debbano pagare. Nessuno, per esempio, che parli più di diritto alla mobilità