«io feci, tu raccogliesti» (è tutto vero)

Questo post è diviso in due, e – a scanso di equivoci – tra la prima e la seconda parte non c’è alcun nesso.

Lo giuro.

Parte numero uno.
Da una collega che ha un cane apprendo che la facezia dell’azienda multiservizi di igiene ambientale della città dove vivo ha raggiunto vette mai – credo – toccate in precedenza da essere umano o società pubblica, privata, mista pubblico-privata o non profit.

I sacchetti per la raccolta della cacca del cane acquistati all’Amia portano la scritta «Io feci, tu raccogliesti».
Pura poesia.
Poesia civile, intendo.

Parte numero due.
Dal Corriere apprendo che «Renzo (Bossi), erede designato, ha già conquistato il premier».
A certa gente manca solo il titolo di re.
Per il resto c’hanno tutto: buffoni di corte compresi, è ovvio.

Mi sembra chiaro che tra feci e Bossi non c’è legame.
Se non altro perché al nord il passato remoto non viene usato.

Aggiornamento per associazione d’idee. Mio figlio ha avuto giorni di diarrea e, conseguentemente, di digiuno. Esausto, l’altro giorno mi ha detto «mamma, ho nostalgia degli str****».
«?», gli ho chiesto.
E lui: «No, non degli str****-persone! Degli str****-cacca!».
A volte i discepoli superano i maestri.
Questa è una di quelle.
Volte.