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«io feci, tu raccogliesti» (è tutto vero)
Questo post è diviso in due, e – a scanso di equivoci – tra la prima e la seconda parte non c’è alcun nesso.
Lo giuro.
Parte numero uno.
Da una collega che ha un cane apprendo che la facezia dell’azienda multiservizi di igiene ambientale della città dove vivo ha raggiunto vette mai – credo – toccate in precedenza da essere umano o società pubblica, privata, mista pubblico-privata o non profit.
I sacchetti per la raccolta della cacca del cane acquistati all’Amia portano la scritta «Io feci, tu raccogliesti».
Pura poesia.
Poesia civile, intendo.
Parte numero due.
Dal Corriere apprendo che «Renzo (Bossi), erede designato, ha già conquistato il premier».
A certa gente manca solo il titolo di re.
Per il resto c’hanno tutto: buffoni di corte compresi, è ovvio.
Mi sembra chiaro che tra feci e Bossi non c’è legame.
Se non altro perché al nord il passato remoto non viene usato.
Aggiornamento per associazione d’idee. Mio figlio ha avuto giorni di diarrea e, conseguentemente, di digiuno. Esausto, l’altro giorno mi ha detto «mamma, ho nostalgia degli str****».
«?», gli ho chiesto.
E lui: «No, non degli str****-persone! Degli str****-cacca!».
A volte i discepoli superano i maestri.
Questa è una di quelle.
Volte.
Già, discepoli e maestri…
Cara Federica, venerdì mattina mi han fermato nei pressi del locale cimitero. Non scherzo. Non succedeva da anni. Non mi han chiesto la carta d’identità (con la foto di Lui, mister B.), dato che erano ‘solo’ vigili, due vigili, due burbe, gli ultimi due assunti. Patente e libretto m’han richiesto. Anzi, m’ha chiesto. Chi? Il vigile. E chi era ‘sto vigile? ‘Sto vigile quando tre anni fa l’ho conosciuto era un immigrato del Sud, più largo che alto. E soprattutto disoccupato. L’ho aiutato in tutte le maniere per sei sette mesi, l’ho tenuto informato sui concorsi in scandenza ecc. ecc. A volte la sua invadenza rompeva un po’ le ba***, ma era simpatico e spiritoso.
Poi ho saputo che è riuscito a vincere – non so come – il concorso per agente di polizia municipale. Da allora non è più venuto in cerca.
Ho abbassato il finestrino:
io: Ciao
lui: Fornisca patente e libretto
lui: E la cintura dov’è?
io: Ma come? L’ho appena sganciata per scendere dall’auto.
lui: Che non succeda più!
io, incredulo e un po’ frastornato: Cosa?!? (e mi son trattenuto)
Solo un cieco poteva non vedere un attimo prima la mia cintura agganciata.
Poi, dopo la registrazione dei dati, la patente mi è stata riconsegnata… dalla sua collega vigilessa.
Sì, a volte i discepoli superano i maestri. Ma, a naso, sempre più rarissimamentementementementemente…
Ciao
ps. Credo che Lui (mi) porti pure sfiga. (Anche senza (mi)).
Non sono sicura di avere capito bene, Amedeo.
Mi stai dicendo che il vigile immigrato dal sud (sud del mondo? Sud d’Italia? E si “immigra” dal sud d’Italia?) che quando l’hai conosciuto era più largo che alto – nel frattempo, devo ipotizzare che, entrato finalmente a contatto con la civiltà, si sia un po’ raffinato? – era un tuo “discepolo” perché l’hai aiutato, e adesso s’è messo in testa di fare il tuo “maestro”?
Purtroppo i cittadini stranieri non comunitari non possono ancora partecipare ai concorsi per incarichi nella pubblica amministrazione. Trattasi, quindi, di persona che la cicogna ha deciso di depositare su suolo italiano e che dalla sua città natale si è definitivamemte stabilita in provincia di Verona.
L’altezzosità che ho avvertito nelle sue parole è stata, per me, a dir poco inaspettata, un fulmine a ciel sereno. La figura retorica «più largo che alto» sta a significare proprio questo: quando l’ho conosciuto era un tipo pacioso e simpatico: era difficile rimaner seri quando in ufficio arrivava lui e la sua allegria…
E, davvero, ora mi è… difficile… interpretare e comprendere la modalità assertiva e l’atteggiamento che ho riscontrato
Ciao