sacconi e le sue roccelle vogliono il nostro sangue

vampiro30 luglio 2009, parere dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco: «La Ru486 potrà essere utilizzata in Italia solo in ambito ospedaliero, così come la legge 194 prevede per le interruzioni volontarie di gravidanza», e preferibilmente «entro la settima settimana».

Per l’aborto chirurgico la legge 194 stabilisce il limite generale della dodicesima settimana.
Dunque l’Aifa introduce due parametri restrittivi: l’uso ospedaliero e il limite della settima settimana.

26 novembre 2009, articolo di Repubblica.it: «La commissione Sanità del Senato (…) chiede al governo di fermare la procedura di immissione in commercio della pillola abortiva in attesa di un parere tecnico del ministero della Salute circa la compatibilità tra la legge 194 e la RU486».
«Non c’è dubbio», prosegue l’articolo, «sul fatto che dall’esecutivo verrà rapidamente una risposta positiva alla richiesta della Commissione. Il ministro Sacconi aveva espresso fin dall’inizio le sue perplessità. Secondo la maggioranza, infatti, con la RU486, l’interruzione di gravidanza diventerebbe molto più facile rispetto alle procedure previste dalla legge sull’aborto».

Ora.
A parte che vorrei capire cosa ci sia di tecnico nel parere di un ministro della Sanità che aveva già detto di essere perplesso; e senza considerare che la somministrazione della pillola – diceva l’Aifa – doveva avvenire in ospedale ed era possibile entro termini più restrittivi di quelli fissati dalla 194, io non comprendo come ci si possa permettere, senza vergognarsi, di sostenere che il problema della RU486 sia che essa rende l’aborto più facile.

Che considerazione delle donne c’è, dietro un’affermazione del genere?
Che idea c’è, delle loro scelte?
Sacconi e le sue roccelle sono vampiri che vogliono il nostro sangue: quello che versiamo quando ci sottoponiamo a un aborto chirurgico, e che invece non verseremmo se prendessimo la RU486.

Sacconi e le sue roccelle vogliono il nostro sangue, le nostre lacrime, il nostro dolore, la nostra angoscia; vogliono che le nostre scelte non contino niente, perché contano solo le loro, che sono i padroni della nostra vita.
Vogliono che una morula/embrione/blastocisti conti più di noi.
Come se ignorassero – per ministro e sottosegretario alla salute la cosa è molto grave – che un embrione non comincia a vivere fino a che non si «attacca» all’utero di una donna.
Come se pensassero che la natura farà diventare bambino qualunque embrione, sempre e comunque.

Sacconi e le roccelle vogliono che noi donne veniamo punite.
Abbiamo un potere, noi donne: dare la vita.
Per questo ci hanno considerato streghe, per questo hanno demonizzato nei secoli il nostro corpo; per questo hanno retrocesso il nostro corpo a oggetto per il trastullo: era l’unico modo in cui potevano soggiogarlo, appropriarsene, determinarne i parametri di esistenza.
Non ce la perdonano.
Gli uomini per ovvi motivi; alcune donne – mi permetto – perché prese da amore/odio verso il loro stesso potere.

Sono vampiri. E vogliono a tutti i costi compiacere quelli con le gonne.

Ps. L’immagine viene da qui.